Seconda tappa: il delizioso valzer delle dichiarazioni
Come preannunciato, oggi vedremo ciò che è successo all’indomani del 30 settembre e forse qualcuno potrebbe imparare, qualora già non lo sappia, qualcosa in più su come vengono approntati al giorno d’oggi i problemi nel nostro paese.
Perché, a prescindere da ogni cosa, iniziare dalle multe sarebbe stato già qualcosa, sarebbe stato almeno la punta dell’iceberg, un buon punto di partenza. Però non temete il mondo non sta andando sottosopra, le cose infatti vanno come segue: i nostri prodi ed impavidi amministratori prendono molto a cuore la questione tanto che appena 10 giorni più tardi, l’11 ottobre, viene presentano un disegno di legge a riguardo infiammando la discussione. E se ne discute a lungo, molto a lungo, tanto a lungo, talmente a lungo che trascorrono solo altri dieci giorni e la discussione è già finita. Si arriva alla fine di ottobre ed è tempo di bilanci: qualcuno dice che nel nostro paese c’era troppa evasione fiscale e a pagare sarebbero stati i soliti noti, qualche altro dice che risulterebbe un buon deterrente per gli scapigliati delle quattro ruote, altri ancora che i gioiellieri ed i banchieri che non dichiarano nulla sarebbero agevolati, altri allora propongono che si debba multare in base alla cilindrata dell’auto e non in base al reddito, alcuni per questo si indignano……… sono dieci giorni di intensa chiacchiera.
E poi ad un tratto finì. Il logorante brusio della democrazia urlata e declamata attraverso l’etere e la rete era terminato; i primi di novembre la maggioranza di quelli che tanto si erano preoccupati per il venturo metodo di applicare le multe e di chi si stava tanto affannando affinché questo potente e salvifico deterrente diventasse legge, probabilmente durante il ricordo dei loro cari defunti, vengono colpiti da un’amnesia acuta, può succedere, e peraltro iniziano anche ad arrivare notizie fresche, e allora perché perseverare in un pensiero ormai arcaico? Ci sono cose più importanti ed urgenti da discutere: parlare e dare fiato alla bocca, specialmente se davanti una telecamera, è così bello, così semplice, e fare è così fastidioso, così stancante… ma si, meglio lasciare stare, continuiamo a fare all’italiana che ha sempre funzionato così bene…
Dal canto nostro per far capire come lo spettro delle possibilità di una riforma per l’equità tra i cittadini sia vasto, e soprattutto mostrarlo nel concreto, abbiamo operato un piccolo esperimento mentale che coinvolgesse due famiglie immaginarie, le quali si trovino nella condizione di dover iscrivere la loro creatura appena diciannovenne in un’università italiana.
Ripartiremo da qui la prossima volta: descriveremo l’esperimento ed andremo a constatarne la bontà. Ovviamente ancora qui con noi su Italia Salva.
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