Abbiamo già parlato dei fondi pensione, della possibilità di destinare il TFR alle forme di previdenza completare per usufruire delle agevolazioni fiscali. In quel post avevamo pure evidenziato come la fase di accumulo e la fase di erogazione siano totalmente disgiunte.
Poiché alcuni lavoratori, che hanno aderito alle previdenza complementare, cominciano ad andare in pensione (non in mobilità), ci sembra opportuno dare qualche informazione.
Il Signor Mario Rossi ha 62 anni con ben 43 anni di contribuzione, moglie con 58 anni casalinga e 2 figli. E’ arrivata la pensione!!!
Dal 2007 è iscritto alla previdenza complementare di categoria, maturando la ragguardevole somma di 25.000€. Che fare??
Il fondo pensione ha stipulato delle convenzioni con delle primarie compagnie assicurative che propongono, solitamente, le seguenti soluzioni:
- rendita vitalizia immediata reversibile rivalutabile a premio unico: prevede il pagamento di una rendita all’aderente fino a che rimane in vita. Al decesso dell’aderente la rendita è corrisposta, per l’intero importo o per una frazione dello stesso, al beneficiario designato (reversionario), se superstite. La rendita si estingue con il decesso di quest’ultimo.
- rendita vitalizia immediata controassicurata rivalutabile a premio unico: prevede il pagamento di una rendita all’aderente fino a che rimane in vita. Al momento del suo decesso viene corrisposto ai beneficiari il capitale residuo pari alla differenza tra il capitale trasformato in rendita e la somma delle rate di rendita erogate fino alla data del decesso.
- rendita certa e successivamente vitalizia, immediata rivalutabile a premio unico: prevede il pagamento di una rendita, nel periodo quinquennale o decennale di certezza, all’aderente se vivente ovvero ai beneficiari in caso di sua premorienza. Al termine del periodo di certezza quinquennale o decennale, la rendita diviene vitalizia, se l’aderente è ancora in vita; si estingue, se l’aderente è deceduto.
- rendita vitalizia immediata non reversibile rivalutabile a premio unico: prevede il pagamento di una rendita all’aderente fino a che rimane in vita e si estingue con il decesso dell’aderente stesso.
Maggiore è la tutela nei confronti dei superstiti minore sarà l’assegno mensile che il lavoratore percepirà come pensione integrativa, nel dettaglio:
Il tutto si riduce ad una scommessa… Ritenete di poter vivere più di 85 anni??? Ritenete che uno del duo “marito e moglie” possa campare altri 36 anni (94 la moglie o 98 il marito)?
Se non vi piacciono le scommesse o se ritenete che vincere contro Generali/INA/Allianz… sia un’impresa titanica, ItaliaSalva ha la soluzione per voi. RISCATTATE TUTTO!!!
Se la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70 per cento del montante finale non supera il 50 per cento dell’assegno sociale (l’importo dell’assegno sociale è 479,16€ su 12 mesi), potete riscattare l’intera posizione senza perdere i benefici fiscali.
A quel punto, investite tutto in Buoni fruttiferi Postali indicizzati all’inflazione di piccolo taglio conseguendo i seguenti vantaggi:
- reversibilità TOTALE della propria posizione per TUTTI gli eredi;
- flessibilità TOTALE, se un mese mi servono più (o meno) soldi per spese impreviste posso far fronte senza nessun problema
- Tutela del potere di acquisto.
Godetevi la vostra pensione autogestita
luigi.ciotta@italiasalva.it
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