I risultati del primo trimestre 2014
Martedì 13 maggio 2014, il Gruppo Telecom Italia ha illustrato in conference call i risultati finanziari al 31 marzo 2014, approvati dal Consiglio di Amministrazione.
Ricavi per 5.188 milioni di euro, in calo dell’11,9% rispetto al primo trimestre 2013, e sotto le aspettative della media delle stime degli analisti compilata da Bloomberg che era di 5.230 milioni di euro.
La variazione organica invece, è pari a -6,2%. Cosa vuol dire?
E’ la variazione dei ricavi ottenuta considerando il cambio euro/real brasiliano identico a quello dell’anno passato (al contrario, l’effetto variazione cambi ha portato ad un -332 milioni di euro), ed escludendo la variazione del perimetro di consolidamento conseguenza delle cessioni di La7 S.r.l. e del gruppo MTV, entrambe appartenenti alla Business Unit Media, intervenute rispettivamente ad aprile e settembre 2013.
L’utile si è ridotto a 222 milioni di euro, in calo rispetto ai 264 milioni dello scorso anno. Tra le cause, la registrazione contabile di oneri legati al prestito obbligazionario a conversione obbligatoria per un importo pari a 1,3 miliardi di euro emesso nel 2013 (impatto al 31 marzo 2014 per 155 milioni di euro).
L’Italia che conta per il 72% del fatturato di Telecom, ha registrato un calo dell’8,3% rispetto all’anno precedente.
Osserviamo il grafico disponibile sul sito AGCOM, per le linee fisse.
La riduzione delle linee fisse disincentiva, come anche indicato nel “Rapporto Caio”,ad investire in reti di nuova generazione. La riduzione colpisce in modo marcato Telecom Italia.
Per quanto riguarda il mobile, la feroce competizione tra gli operatori che ha caratterizzato il 2013 ha provocato un calo sostanziale delle tariffe riducendo sensibilmente il valore dell’ARPU cioè Average Revenues per Users o meglio Fatturato medio per cliente. In più il calo dei ricavi su servizi tradizionali voce e messaging è solo in parte compensato dalla costante crescita dell’internet mobile Browsing.
A cambi costanti il fatturato in Brasile risulta pressochè invariato rispetto al primo trimestre 2013. A detta di alcuni analisti però, la business unit brasiliana necessiterebbe di ulteriori investimenti, ma Telecom Italia non può permettersi di spingere pesantemente su due fronti (Italia e Brasile).
La visione di Italiasalva
La performance borsistica di Telecom Italia è stata positiva nell’ultimo anno.
A nostro avviso ad influire in modo determinante sul titolo sono stati gli eventi relativi alla nuova governance, più che i risultati di business.
Il nuovo assetto delle deleghe basato su un Presidente non esecutivo e una separata figura di Amministratore Delegato, un CDA a garanzia anche dei soci di minoranza, dovrebbe limitare l’influenza del socio ‘forte’ Telefonica. Questo inoltre aumenta l’appeal speculativo sul titolo. Proposte di M&A sarebbero valutate con maggiore serenità.
Al contrario la pressione sul core business è sempre più consistente. Player del calibro di Facebook, Whatsapp, Viber, attaccano al cuore Telecom Italia erodendo i ricavi sui servizi voce e messaggi.
L’unico modo per sfuggire a questa pressione è cercare alleanze strategiche.
In questa chiave va vista l’accordo con Sky Italia, operativo a partire dal 2015, che consentirà di guardare online i programmi delle reti di Rupert Murdoch, non solo per via satellitare, ma anche su dispositivi mobili o sulla televisione di casa tramite fibra ottica (tutto su rete Telecom) e decoder Sky.
Con lo sviluppo dei servizi innovativi, in particolare nell’entertainment per il mercato consumer, Telecom Italia spera di recuperare quanto sta perdendo nei servizi tradizionali.
Ma questo, come detto prima, richiede investimenti, che se realizzati in Italia, verranno meno in Brasile.
Questo anche alla luce del pesante fardello del debito, che fatica a scendere. Di seguito il giudizio sul debito:
Fitch: BB (Negative Outlook)
S&P’s: B+ (Negative Outlook)
Moody’s: Ba3 (Negative Outlook)
Per ridurre il debito e/o investire nelle reti ultraband, Telecom è in procinto di vendere le torri di trasmissione del Brasile. A nostro avviso questo passo è il preludio all’uscita completa dal Brasile. Il valore dell’azione Telecom Italia lo farà quindi il prezzo di vendita del Brasile. Più sarà alto, più il titolo ne beneficerà. Ma a quel punto Telecom sarà tutta un’altra società.
Italiasalva si schiera tra coloro che, almeno al momento, guardano altrove.
Buona Borsa
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