Ormai non si fa altro che parlare di politiche monetarie, spread, tassi di interesse, tutti siamo diventati degli esperti e pensiamo di avere la soluzione in tasca per risolvere i problemi dell’Italia e dell’Europa. A detta di molti le elezioni europee sono un referendum sull’Euro e sull’austerity.
Come le politiche monetarie possono influire sulla vita delle imprese e dei cittadini? E’ sufficiente rivoluzionare le politiche monetarie per imprimere una svolta nella vita dei cittadini?
Prendiamo in considerazione cosa sta succedendo in due nazioni molto importanti, Turchia e Giappone, per provare a dare una risposta alle due domande.
Turchia: il rifiorire dell’industria tessile e la crisi della farmaceutica
Dal grafico in basso vediamo come la lira turca ha recuperato dai minimi di gennaio rispetto al dollaro, ma tuttavia il suo valore è del 15% più basso di un anno fa.
La debolezza della moneta turca, così come quella di altre nazioni emergenti, è sintomatica del deflusso di capitali stranieri amplificato dall’instabilità politica. Lo stop alla discesa della lira turca si è avuta a gennaio, a seguito di un considerevole aumento dei tassi di interesse dei bond turchi. A questo punto molti investitori stranieri hanno ritenuto che con questi nuovi tassi valeva la pena mantenere i soldi in Turchia, nonostante i rischi. La risalita della lira turca è proseguita con la vittoria del partito di Erdogan alle recenti elezioni locali, ma l’incertezza politica resta. In estate ci saranno le presidenziali e l’anno prossimo le elezioni parlamentari (ne parlavamo già nel nostro post di dicembre).
L’autorevole New York Times intervista il signor Hayri Ugur, proprietario della fabbrica produttrice di capi di abbigliamento Ugur Tekstil.
La lira debole rende i suoi prodotti molto competitivi per i suoi clienti, tra i quali spiccano Esprit, Zara. Mango. I suoi clienti pagano in Euro, e la lira debole gli consente di essere più competitivo rispetto ai rivali asiatici. In aggiunta, la ripresa in Europa può essere di ulteriore aiuto allo sviluppo della sua azienda che attualmente impiega circa 2500 persone (incluso subappaltatori) in 5 siti produttivi in Turchia, e sta pensando appunto di ingrandirsi.
Proprio l’industria tessile è tra i maggiori beneficiari della politica economica. La lira debole consente di creare posti di lavoro nelle aziende esportatrici. L’export turco ha registrato un incremento del 6,2% in valore a febbraio rispetto ad un anno prima.
Una lira debole dovrebbe inoltre aiutare a bilanciare il deficit della bilancia commerciale, incoraggiando le esportazioni e scoraggiando l’acquisto di beni importati. In effetti tale deficit a febbraio è risultato essere il 27% più basso di un anno fa.
Dove stanno i problemi?
Molti debiti sono stati contratti in moneta straniera, per cui il loro valore in lire sta diventando sempre più pesante ed in alcuni casi insostenibile.
Sempre il New York Times riporta il caso di un’azienda farmaceutica che produce antibiotici e prodotti per l’ipertensione. L’azienda importa la maggior parte delle materie prime, mentre vende sul mercato domestico la maggior parte dei suoi prodotti. Il governo ha stabilito il prezzo dei prodotti medicali impedendone l’aumento, mettendo sotto pressione la sopravvivenza dell’azienda.
Giappone: i vincitori di ieri sono i vinti di oggi
Per il Giappone i vincitori sono i grandi esportatori che hanno beneficiato dell’indebolimento dello yen, che ha perso il 20% del suo valore nell’ultimo anno (in basso andamento yen/dollaro).
I vincitori sono anche gli investitori del mercato azionario (in basso andamento indice Nikkei 225).
Tra i perdenti è interessante raccontare la storia dei cosiddetti “conveyor belt sushi”.
Lo spunto ci viene da un articolo dell’Asia Sentinel.
I conveyor belt sushi sono quei locali in cui il cliente seduto di fronte al nastro su cui passano vari piatti preparati di sushi, sceglie il piatto, lo consuma e paga in base al numero di piatti accumulati, senza ordinazione o camerieri di sorta.
Essi stanno soffrendo particolarmente a causa della domanda debole (pochi dei benefici suddetti sono arrivati all’uomo della strada) e a causa dell’impennata del prezzo degli ingredienti di importazione con cui viene preparato il sushi. Al contrario, questi locali sono stati i protagonisti del periodo precedente all’Abenomics, i due decenni successivi allo scoppio della bolla del 1989, quando nel segno di un nuovo clima di austerity, si sono imposti come alternativa ai più costosi tradizionali ristoranti, tanti dei quali sono falliti.
La view di Italiasalva
Siamo sicuri che la soluzione ai problemi di una nazione o di una vasta area geografica consista in operazioni monetarie, dimenticandoci di tutto il resto?
Le esperienze di Turchia e Giappone ci insegnano che le politiche monetarie non favoriscono mai tutti gli strati della popolazione, anzi ci sono delle categorie che ne vengono penalizzate. Inoltre esse non sempre sortiscono gli effetti sperati.
I dubbi sulla Abenomics giapponese persistono. Come abbiamo visto, le politiche ultraespansive (le stesse a cui ambiscono gran parte dei partiti europei) non si sono riversate in modo incisivo sulla fascia media della popolazione, tanto è vero che i conveyor belt sushi sono alla canna del gas. Intanto il debito pubblico è a livelli stellari.
Vediamo il grafico in basso.
Ci ricorda qualcosa? Vedete qualche somiglianza con la realtà italiana ed europea? Secondo voi ha a che fare con la crisi giapponese degli ultimi venti anni contro cui tutte le iniziative economiche hanno finora fallito?
Noi di Italiasalva riteniamo che gli aspetti demografici, dell’immigrazione, della cittadinanza, sono temi che devono essere affrontati dai politici europei con lo stesso grado di importanza delle politiche economiche. Inoltre i politici devono esprimere in modo netto e chiaro la loro visione politica rispetto ad ogni singola tematica.
Una nazione, un continente cresce solo se chi ci governa implementa politiche economiche e valutarie coerenti con altrettante politiche industriali, infrastrutturali, energetiche, fiscali, sociali, demografiche, previdenziali.
domenico.totaro@italiasalva.it
condivido.<br />L'Europa Monetaria è una fregatura se non è affiancata da un'Europa Sociale……che deve essere prevalente sulla prima.<br />Alberto