Il tema dell’Europa è tra i più discussi negli ultimi mesi.
Il professor Zingales è tra coloro che, a mio avviso, ha saputo interpretare con più lucidità le problematiche principali ed offrire delle possibili soluzioni.
Le ha affrontate nel suo ultimo libro “Europa o no”.
Approfittando della sua disponibilità, come Consigliere della Facoltà di Economia presso l’Università La Sapienza di Roma e Laureando Magistrale in Economia. Management, innovation and internationalization, ho organizzato il 29 maggio un incontro presso la stessa università tra il professore e tutti gli studenti che volessero partecipare.
Con ItaliaSalva si è pensato di riassumere brevemente i punti centrali dell’incontro e pubblicarli, in modo da stimolare ulteriormente il dibattito in rete.
Euroscetticismo e antieuropeismo
Analizzando il risultato delle elezioni si evince come un po’ ovunque, nei dell’Unione Europea, si sia sviluppato un sentimento euroscettico, da non confondere con un sentimento anti-Europeo. Si tratta di una mancanza di fiducia nei confronti di questa Europa, nei confronto di alcune politiche adottate e del modo in cui sono portate avanti. La popolazione è stata indotta a pensare che esiste solo questo tipo di Europa, con alternativa il nulla.
Come dice Zingales, “non esiste solo questa Europa o la catastrofe, ne esistono molte possibili. L’importante è capire quale tipo di Europa vogliamo”. Questo è assolutamente un punto da cui ripartire, per nulla banale e mai affrontato.
I falsi postulati dell’Europa
Si è costruito, imponendolo, un tipo di Europa sulla base di “postulati ragionevoli, ma non necessariamente veri”, del tipo “l’unione politica è la migliore garanzia contro una guerra; l’unione commerciale favorisce l’unione politica; l’unione monetaria conduce all’unione politica”.
Zingales indebolisce la solidità di questi postulati con esempi molto concreti: “la guerra più sanguinosa degli ultimi sessant’anni in Europa è stata frutto di un’unione forzata: la Jugoslavia.
Negli Stati Uniti la guerra più sanguinosa mai combattuta fu quella civile, mentre la mancanza di un’unione politica con il Canada non ha impedito più di duecento anni di pace tra i due paesi.
La cooperazione economica non conduce necessariamente all’unificazione politica. Se due nazioni riescono ad ottenere i benefici del libero scambio senza integrarsi politicamente, avranno meno da guadagnare dal fondersi politicamente ed è possibile che ne sentano meno il bisogno”.
Quale tipo di Europa vogliamo?
Uno dei punti principali individuati da Zingales nel libro è il seguente:
“Quale tipo di Europa vogliamo? Vogliamo un’Europa centralizzata alla francese oppure un’Europa federalista all’americana? Vogliamo un’unica legge da Helsinki ad Atene o la libertà di adattare le leggi alle norme e ai costumi locali? Vogliamo un’Europa dirigista e pianificatrice oppure liberale? Ed anche quando abbiamo deciso che tipo di Europa vogliamo, come vogliamo arrivarci?
I vari percorsi hanno costi e benefici diversi ed è giusto che siano i cittadini stessi a scegliere, con cognizione di causa, quale percorso preferiscono. Il risultato non è indipendente dal percorso.
Un’unione raggiunta con l’astuzia e con l’inganno sarebbe un’unione con un peccato originale”.
L’assicurazione europea
Il Professor Zingales fa una proposta molto interessante, ragionevole e direi lungimirante. Proposta che mesi fa anticipò in un’audizione alla Camera, in Commissione finanze, quando fu chiamato ad esprimersi riguardo le politiche con cui l’Italia avrebbe dovuto affrontare la Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea nel prossimo semestre.
La proposta prevede l’adozione di un’assicurazione unica Europea, pagata con fondi Europei, per contrastare la disoccupazione.
La prima impressione che si riceve parlando di questa idea, un po’ da chiunque la senta per la prima volta, è di stupore. Segue quasi sempre un ragionamento su quanto sia utopistica e perché.
L’idea, che mi sono fatto e che molti studenti presenti all’incontro condividono, è di fiducia. Il cambiamento è possibile.
La mia generazione non invecchierà con la mentalità che siccome è troppo difficile cambiare qualcosa è meglio tenersela sbagliata cosi com’è. Mentalità troppo diffusa in passato in questo Paese.
Abbiamo già dato a riguardo, i risultati non incoraggiano a continuare sulla linea di rassegnazione.
In aggiunta, vi è una legittima obiezione: i Paesi virtuosi non accetteranno mai di pagare per quelli che lo sono meno.
Tale resistenza è in attrito con una Unione Europea davvero unita, non solo sulla sigla, che declina il concetto d’unità con l’aiuto reciproco. In maniera responsabile e con cognizione di causa, ma aiutarsi. Altrimenti l’Unione non ha senso, o comunque ne perde molto.
Il Professor Zingales illustra poi un dato storico prendendo in considerazione due casi estremi: nel 2005 la Spagna, che oggi ha circa il 26% di disoccupazione, aveva un tasso di disoccupazione più basso di quello della Germania, che oggi è di circa il 6%. Questo significa che può succedere che non sempre sarà la Spagna a beneficiare di questo sussidio di disoccupazione europeo più della Germania, perché col tempo la situazione potrebbe ricambiare nuovamente.
Per non parlare dell’impatto reputazionale, per esempio; un qualsiasi cittadino europeo che vede recapitarsi un sussidio di disoccupazione dall’Unione Europea avrà sicuramente più fiducia nel progetto e forse smetterà di guardare all’Europa come la maestrina che impone le proprie regole chiedendo il raggiungimento di obiettivi lacrime e sangue.
Il senso di responsabilità per una Europa migliore
La maggior parte dei partecipanti all’incontro ha condiviso l’idea che bisogna fermarsi a ragionare più serenamente e più profondamente, di quanto si è fatto fino ad ora, per capire che tipo di Europa si vuole costruire da questo momento in poi.
Prendendosi ognuno le dovute responsabilità, facendo ognuno i dovuti sacrifici, in modo tale da prendere le giuste direzioni che portino l’Europa ed i suoi cittadini a vivere in libertà, pace e prosperità.
Emanuele di Pasquale
Si ringrazia il fotografo Michele Cipollone per aver messo a disposizione le foto dell’evento.
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