I dati sulla disoccupazione in Italia fanno paura. Nel 2007 il 6%, oggi siamo al 13%. I governi che si sono succeduti non sono riusciti ad arginare il problema. Renzi ritiene che la spinta agli investimenti e all’occupazione sarà garantita dalla flessibilità in uscita e quindi dalla certezza, da parte del datore di lavoro, di poter licenziare con obbligo di indennizzo e senza obbligo di reintegro. Ha così varato il Jobs Act.
Italiasalva vuole capire gli altri fattori dietro sociali o demografici che, dietro la questione lavoro, pesano e peseranno in modo importante sulla capacità dell’Italia di restare tra i paesi più moderni ed evoluti.
Abbiamo spostato l’attenzione dalle percentuali aggregate ai dati Istat di occupati, disoccupati ed inattiviti (persone occupate che non cercano lavoro ) nella fascia di età 15-64 anni, distinti per genere maschile e femminile, sintetizzandoli in due grafici (ciascuna barra mensile rappresenta il totale della popolazione per genere nella fascia di età 15-64).
Rileviamo le seguenti tendenze:
a) La partecipazione al lavoro maschile (somma di occupati e disoccupati) è stabile. A partire dal 2008, però, aumenta progressivamente la quota dei disoccupati

c) Il tasso di partecipazione al lavoro femminile è vicino al 50%.
d) Il tasso di partecipazione al lavoro femminile è tra i più bassi tra i paesi OECD e ben distante dalla media europea, come si evince dalla tabella.
L’Italia non può permettersi di avere una popolazione femminile inattiva con queste percentuali. Il governo deve affrontare questa tematica, deve creare le condizioni affinché sempre più donne si affaccino al mercato del lavoro. C’è bisogno anche del loro contributo per la crescita del Paese, per il mantenimento degli standard di vita, di servizi, di stato sociale.
La riforma del lavoro, a nostro avviso, avrà impatti trascurabili sulla discriminazione di genere che, se non nelle leggi, è nei fatti. Negli anni abbiamo tralasciato le politiche di welfare (asili nido, assistenza agli anziani, lavoro part time e domiciliare) che erano le sole in grado a colmare lo spaventoso gap sessista che le statistiche freddamente ci presentano.
domenico.totaro@ItaliaSalva.it
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