Il collocamento dal 13 al 16 aprile con una cedola minima garantita dello 0,5%, rimane il solito premio fedeltà del 4 per mille per chi mantiene l’obbligazione fino alla scadenza del 20/04/23.

Essendo un titolo di Stato la tassazione applicata è meno pesante. Al rendimento del BTP Italia si applica il 12,5% di ritenuta fiscale, contro il 26%) riservato ai titoli corporate, in aggiunta all’imposta di bollo.
Le Novità
Rispetto alle edizioni precedenti sono state introdotte alcune novità:
- Durata (8 anni invece di 4, che in periodo di tassi ai minimi non è proprio una bella notizia…)
- Collocamento (i primi 3 giorni per i retail, un ulteriore giorno per gli istituzionali)
Conviene???
Cercheremo, attraverso il confronto con strumenti già quotati, di capire come il mercato giudica il prodotto in emissione. Abbiamo scelto:
- BTP Italia 6a emissione, 1,65% + FOI (ISIN IT0005012783)
- BTP 8 anni con cedola del 4,50% (ISIN IT0004898034)
- BTP Italia 5a emissione, 2,15% + FOI (ISIN IT0004969207)
- BTPI, 2,60% + CPI (ISIN IT0004243512)
Nella tabella i rendimenti dei prodotti a confronto:
*i valori in tabella sono stati calcolati utilizzando il nostro foglio di calcolo per le obbligazioni
Se si ritiene che nei prossimi 8 anni l’inflazione sarà superiore allo 0,58% è sicuramente da evitare il BTP a vantaggio del BTP Italia in emissione.
Per gli strumenti anch’essi indicizzati all’inflazione, valgono considerazioni diverse. Qualsiasi prodotto con un rendimento reale difende il potere d’acquisto del capitale, indipendentemente dalla durata.
Il rendimento è proprio basso e la lunga durata penalizza l’investimento in caso di volatilità di mercato. Spread, instabilità politica, ripresa economica avranno degli effetti sui nostri risparmi e saranno tanto più amplificati quanto più distante è la scadenza, cautela e investimenti di breve periodo sono consigliati (conto deposito, buoni fruttiferi postali, libretto postale, obbligazioni a breve).
Buon Investimento
luigi.ciotta@italiasalva.it
PS Per la sottoscrizione del BTP Italia non sono previste commissioni di acquisto a carico del risparmiatore. Se ne fa carico il Tesoro, pagando lauti compensi agli istituti di credito. Abbiamo segnalato la sproporzione al governo Monti, come spunto di spending review. IGNORATI!!!
Aiutaci a diffondere la notizia magari, questa volta, la spending review la fanno veramente…
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