Le aziende italiane sono sempre state tra le più desiderate nello scenario internazionale. Vuoi per il fascino che evoca il made in Italy, o per le tecnologie, l’attenzione degli investitori è sempre stata forte. Ma mai, come i primi mesi di quest’anno, si era registrata una attività così intensa di fusioni e acquisizioni di aziende italiane. Un aumento in valore, rispetto all’anno precedente, del 400% degli affari portati a termine nei primi 3 mesi di quest’anno. Più di qualsiasi altra nazione europea. Bloomberg pubblica in proposito un interessante articolo che vi proponiamo, al seguente link, in versione completa. Al centro del fenomeno gli analisti di Bloomberg mettono il nostro premier Matteo Renzi. L’attuale governo cambia completamente approccio rispetto al passato. La frenesia che si registra sulla piazza italiana viene salutata dal governo come prova del fatto che le riforme promosse stanno andando nella giusta direzione, spingendo le aziende straniere a fidarsi dell’Italia, a scommettere sulla nostra ripresa. E non solo. L’Italia sembra un’isola di pace a livello politico, saldamente nelle mani di Renzi, contrariamente a quanto avviene in altre importanti realtà europee (vedi Grecia, Francia, Inghilterra). La stabilità politica è da sempre stata considerata un elemento fondamentale sulle decisioni di business. Il cambio di rotta è netto rispetto al passato. Nel 2006 l’ex Autostrade ha dovuto abbandonare il progetto di fusione con la spagnola Abertis per l’opposizione del governo Prodi. L’anno successivo è stata la volta di Telecom Italia. Le principali banche italiane in cordata con la spagnola Telefonica sono accorsi a salvare l’operatore telefonico italiano dagli assalti del tycoon messicano Carlos Slim. Ma forse la battaglia campale per eccellenza sulla difesa dell’italianità è stata quella portata avanti da Berlusconi per la difesa di Alitalia, costata un bagno di sangue alle casse dello stato. L’attuale governo ribalta la situazione e fa delle acquisizioni/fusioni un motivo di vanto. Un ritrovato interesse per il paese, tornato competitivo ed appetibile. E così sono venute l’Opa Pirelli da parte di ChemChina, l’Opa Wdf da parte di Dufry, la fusione Yoox-Net a Porter che ha portato in orbita le azioni Yoox. E non finisce qui. Con il decreto sulle popolari, si aprirà sicuramente una stagione di fusioni e acquisizioni nel settore bancario. Come ItaliaSalva condividiamo la visione improntata al business e alla comunità internazionale di Renzi e condanniamo l’atteggiamento populistico di quanti cercano nella difesa dei campanili il consenso politico. Riteniamo tuttavia, troppo facile vantarsi a fronte dell’interesse per i gioiellini italiani. Rimangono insolute o semplicemente rimandate nel tempo questioni molto spinose, una su tutte quella Ilva. La vendita dei campioni, deve essere accompagnata dal rilancio degli ultimi in classifica.
domenico.totaro@italiasalva.it
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