Le azioni Veneto Banca presentano gli elementi di rischio propri di un investimento in strumenti finanziari non quotati in un mercato regolamentato, né negoziati su un sistema multilaterale di negoziazione né che sono oggetto di un’attività di internalizzazione sistematica, per cui in sede di disinvestimento potrebbero sorgere difficoltà di smobilizzo. Per i sottoscrittori delle Azioni Veneto Banca, infatti, potrebbe essere impossibile o difficile poter vendere o poter ottenere, in caso di vendita, un valore uguale o superiore al valore dell’investimento originariamente effettuato. Il risparmiatore non possiede la leva del prezzo in quanto il prezzo di quotazione dell’Azione è determinato dal Consiglio di Amministrazione della società, non è consentita la presentazione di proposte di vendita o acquisto delle Azioni a prezzi diversi da quello fissato dall’ultima Assemblea dei Soci. Veneto Banca si limita a raccogliere gli ordini ‘incrociando’ le richieste di vendita dei titoli azionari con le richieste di acquisto degli stessi.
Azioni Veneto Banca post Crisi
In seguito alla crisi del settore bancario, e al crollo dei valori borsistici, è sempre più difficile liquidare le azioni Veneto Banca. Le quotazioni della banca di Montebelluna non risentono della crisi, il Cda non ritiene opportuno adeguare i valori al nuovo corso di mercato. I risparmiatori non vogliono comprare azioni Veneto Banca a valori ben superiori rispetto agli altri competitor sul mercato, vedi i riferimenti dell’ultimo aumento di capitale:
Le azioni Veneto Banca vengono “negoziate” a 1,25 del book value, mentre le altre banche italiane prezzano circa la metà. Le richieste di vendita cominciano a sedimentare negli uffici dell’istituto e i tempi medi di attesa, per poter liquidar i propri titoli, si allungano:
Al 31 dicembre 2013, alla luce del mutato contesto economico e dell’esigenza di maggiore liquidità da parte degli azionisti, le richieste di vendita sono aumentate in modo considerevole e pertanto i tempi di esecuzione delle transazioni si sono ulteriormente dilatati e per circa il 14% delle proposte complessivamente presentate (pari a circa il 18% delle azioni poste in negoziazione alla medesima data), non è stato possibile concludere la transazione. Il numero di reclami ricevuti nell’ultimo triennio 2011-2013, e fino alla data del 13 giugno 2014, presentati da parte degli investitori in azioni Veneto Banca che lamentavano l’impossibilità o difficoltà nel disinvestimento delle stesse azioni, ammonta a n. 400 (di cui n. 2 nel 2011, n. 10 nel 2012, n. 167 nel 2013 e n. 221 dall’1 gennaio 2014 al 13 giugno 2014).
Svalutazione e blocco BCE
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Luigi.Ciotta@ItaliaSalva.it
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