Entrambe le bottiglie sopra raffigurate rappresentano l’olio extravergine di oliva Kirkland, un prodotto molto riconosciuto dai consumatori americani, in quanto è da anni venduto presso la catena di ipermercati Costco. La differenza tra la bottiglia a sinistra e quella a destra sta nella nazione di provenienza dell’olio. Quella a sinistra, con un etichetta verde, contiene olio extra vergine di oliva italiano, quella a destra, olio extra vergine di oliva greco. Fino a poco tempo fa i consumatori americani erano abituati a trovare sugli scaffali olio Kirkland con etichetta verde. Da poco tempo, invece, stanno apprezzando la qualità dell’olio greco. Come mai? Costco ha deciso di cambiare il paese di fornitura dell’olio. I motivi risiedono nel sensibile aumento del costo dell’olio extra vergine di oliva italiano. A seguito della disastrosa stagione di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente post, la produzione italiana di olio d’oliva è entrata in forte sofferenza con una conseguente impennata dei costi (si stima un aumento medio dei prezzi dell’olio extra vergine dell’85% in un anno). In Grecia, invece, le co
se sono andate meno peggio, gli aumenti sono stati molto più contenuti (circa 15%). Chi acquista volumi importanti, non può essere insensibile a queste variazioni. E così Costco ha scelto l’olio greco. La produzione annua di olio in Grecia (circa 300.000 tonnellate) sta raggiungendo quella italiana. Sino ad oggi solo il 4% dell’olio greco prendeva la strada degli Stati Uniti. La maggior parte veniva esportato proprio in Italia sotto forma di grosse partite, pronto per essere imbottigliato e rivenduto ai consumatori finali con un evidente ricarico da parte di quanti, in Italia, sono stati bravi nella creazione di brand accattivanti. Dopo il successo negli USA, la Grecia ha capito che la concorrenza all’olio italiano non è più una chimera. Se il governo greco sarà in grado di supportare i produttori che investiranno nel packaging e nel marketing, l’olio greco potrà affermarsi in tutto il mondo al pari di quello italiano. Le minacce per gli italiani non finiscono qui. Come riportavamo qualche tempo fa, ci sono altri concorrenti agguerriti che cercano di imporsi sui mercati: Tunisia e Australia. Sappiamo che il tema dell’olio d’oliva è presente nel dibattito politico italiano. Evidentemente quanto si sta facendo non è sufficiente. La colpa, però, non è sempre e soltanto dei politici…. Come non citare il nanismo delle imprese che operano nell’olivicoltura? Come si può fronteggiare una crisi senza le risorse economiche e il know how che solo aziende strutturate possono garantire? E ancora… che futuro ha il Made in Italy con la sola presunzione di essere i migliori?
domenico.totaro@italiasalva.it
Ho appena visto un emissione tedesco sul olio evo italiano.
nel labortorio hanno fatto un analise di olio evo 100% di origine italiano.:hanno trovato olio di palma nel prodotto.
Cosi si danneggia la fama del prodotto italiano.