La Banca Popolare S. Angelo lancia l’operazione di conversione dell’obbligazione IT0004613896 (non quotata) in azioni ordinarie dell’istituto. Le obbligazioni emesse sono n. 363.660, del valore nominale unitario di 30,00 Euro, al tasso di interesse nominale annuo lordo pari al 4,22%, per un valore complessivo di 10.909.800 euro. I possessori possono, nel periodo compreso tra il 1 luglio e 30 ottobre 2015, aderire all’operazione con un concambio 1/1 tra azioni e obbligazioni:
1 azione BPSA = 1 obbligazione BPSA 10-15 CV da nominali 30,00 Euro
Per coloro che aderiranno, è come se si acquistasse un’azione Banca popolare Sant’angelo al prezzo di 30€. Compreresti un’azione Sant’Angelo per 30€?
Vediamo se il prezzo è giusto….
Le azioni Banca Popolare Sant’angelo
Il valore nominale dell’azione, pari a € 2,58, non è il riferimento per valutare il giusto prezzo. L’Assemblea degli Azionisti del 12/05/2013 ha deliberato che il prezzo complessivo per ciascuna azione è pari a € 31,75, di cui € 2,58 relativo al valore nominale e € 29,17 quale sovrapprezzo di emissione. Anche questo non è il prezzo di mercato. Il prezzo lo determina la domanda e l’offerta, e non il CdA o l’assemblea degli azionisti.
Sistema di negoziazione delle azioni
Lo scambio delle azioni emesse dalla Banca avviene, per conto dei clienti, su un mercato interno funzionante con un sistema di negoziazione, alternativo ai mercati regolamentati. Gli ordini di vendita vengono raccolti dalle filiali e inseriti in una “bacheca” informatica, con avvisi del tipo:
Ogni richiesta deve contenere l’indicazione del prezzo di vendita stabilito dal cliente: non è ammesso l’inserimento di ordini “al meglio”. La conclusione dei contratti avviene quando l’immissione di una proposta in vendita è abbinata con una o più proposte di acquisto aventi prezzo superiore o uguale a quello della proposta immessa, ammesso che ci siano. NON VI E’ ALCUNA GARANZIA DI VENDITA DELLE AZIONI.
Le ultime negoziazioni, di cui abbiamo trovato traccia nel sito web, sono riconducibili al 2° trimestre del 2013 al prezzo di Euro 25,68:
Per i mesi successivi non abbiamo trovato nessun dato pubblico sui prezzi di negoziazione.
Perchè pagare 30€ qualcosa che vale meno?
Non ho mai capito il senso ho 40 mila euro di azioni ma cosa devo farci cosa devo aspettare ?? Mah
Concordo con tutti i commenti. Questa banca è davvero penosa. Niente assistenza, azioni invendibili. Davvero Banca d’Italian farebbe bene a fare un’attenta verifica del modus operandi di questa “banca” da mercatino rionale.
A proposito del commento di Vincenzo, evidenzio che l’istituto emittente non ha l’obbligo di rimborsare le azioni agli azionisti, se non alla cessazione dell’ attività e per le risorse che siano disponibili. Qui il problema non è tanto quello di organizzare una class action visto che nessun diritto degli azionisti è leso. Il fatto grave è invece un altro: manca una precisa attenzione della Banca alla implementazione sul portale internet dell’ Istituto di un “mercato interno” nel quale si dia libero spazio ad ogni azionista di inserire le proprie proposte di vendita o di acquisto, forse nel timore di vedere – in una prima fase – scendere il prezzo, visto che vi è una maggiore tensione alla vendita più che all’acquisto. questo comportamento della banca, oltre ad essere contrario alle regole, è poco manageriale e poco intelligente. Se io investitore non vedo fluide quotazioni, per quale motivo dovrei fare l’aumento di capitale? se l’emittente ha paura delle fluttuazioni del prezzo del suo titolo e non confida nella naturale voglia degli acquirenti di spendere quando il prezzo diviene allettante, viene falsificata la verità sul successo di mercato della banca emittente….il libero mercato può facilmente risolvere il problema, ed è la banca che dovrebbe aiutare tutti i consumatori coinvolti in questo acquisto, nel confrontarsi sul portale facilitando gli scambi tra di loro, visto che il dividendo lo danno, ma facendo emergere la verità del prezzo dell’azione di giorno in giorno, impegnandosi a gestire bene la banca per ottenere la stima ed il sostegno degli azionisti. Per fare questo ci vogliono le capacità manageriali nel creare consenso all’interno dell’azienda affinché tutto questo si ribalti in un valido comportamento del personale con i clienti. Speriamo che questa banca Siciliana si riprenda, ma al momento non vedo questo forte messaggio del vertice.
Mi ritrovo circa trecento azioni bpsa, da venti anni, li ho provate tutte per venderle anche a prezzo quasi dimezzato, non ci sono riuscito.Penso che per avere indietro un pò di soldi, tutti gli azionisti dovremmo fare una class action, questi signori ancora oggi hanno la faccia tosta di continuare a fare aumenti di capitali per autosostenersi e noi rischiamo di non (anzi sono certo) intascare un solo euro.
Condivido il pensiero di Loredana con riferimento a filiali poco “frequentate”. Ho fatto una piccola prova depositando alcune somme . Dopo 1 anno ho chiuso conto e riportati i soldi in BNL mai lasciata è di cui sono correntista da almeno 25 anni. Mai assistito ad una lentezza da bradipo dei due dipendenti nel procedere ad una elementare chiusura di conto corrente bancario peraltro privo di domiciliazioni utenze e quant’altro. Mai più Bpsa
Letto il commento di Angelo, ne condivido i contenuti solo in parte. l’ analisi si riferisce al passato, momento in cui la banca assolveva ad una utile funzione sul mercato, sotto la convinta azione del presidente Curella, recentemente scomparso. Oggi non vi sono file allo sportello e le filiali sono sostanzialmente deserte. La più banale delle richieste nel mondo crediti, o condizioni, richiede mesi ed ha incerti destini, che portano ad una fuga dei clienti verso la concorrenza. Sono assai dubbiosa che l’annunciato aumento di capitale possa avere successo sia per l’entità delle somme che per il brevissimo intervallo dalla precedente richiesta di capitali freschi sul mercato che la banca ha attuato lo scorso anno. E’ davvero triste, per l’immagine della nostra Regione, che una banca di simile intonazione possa cadere vittima di un così evidente errore strategico, nascente dalla classica crisi da successione generazionale, nella ostinata perseveranza nel mettere allo sbaraglio la figlia, nella erronea presunzione che possa replicare le orme del genitore.
La mia esperienza con la Banca Sant’Angelo è del tutto diversa, anch’io sono socio come lo era mio padre.
Abbiamo sempre preso un dividendo al contrario dei soci di banche più blasonate che da diversi non sono nella condizione di erogarlo, per non parlare dell’importante operazione di cessione del ramo d’azienda fatta nel 2001 che ha portato a noi soci grandi benefici economici.
Speriamo invece che questa banca siciliana possa innovarsi per permettere a tutti i clienti di accedere a servizi innovativi per evitare le file allo sportello.
Condivido i contenuti dell’articolo e le opinioni qui espresse. Ritengo che la vera radice del problema sia chiaramente leggibile nel classico caso di “crisi nella successione generazionale”. La BPSA è stata gestita dal presidente Nicolò Curella, verso una delle ultime due aziende isolane rimaste in vita. La recente scomparsa e la precedente malattia di questa figura strategica hanno fatto emergere profonde discontinuità col passato, ma soprattutto una attuale inadeguatezza dello stile di direzione visibile nella condotta del personale con la clientela, come lamentato da noi tutti. Mi auguro che gli organi di vigilanza Banca d’ Italia possano attenzionare questo grave problema anche alla luce del recentissimo aumento di capitale da ben quindici milioni appena pubblicato sul sito della banca, ad un solo anno di distanza dal precedente iter di raccolta fondi sul mercato.E le nostre azioni quando si venderanno?
Piccola realtà locale quella della Bpsa destinata a parer mio a sparire o ad essere assorbita . Se non erro è già avvenuto in passato .
la fluidità di circolazione e di scambio delle azioni non quotate è notoriamente modesta. nei confronti di questo Istituto l’incertezza dell’investimento e quindi della sua presunta liquidabilità nel tempo, si determina da un modello che oggi non ha più i vantaggi della “banca corta”, esprimendo tempi di delibera lunghissima e che spesso non si conciliano con la normativa “patti chiari” di Banca D’Italia. la prontezza di risposta alla esigenze della clientela (con decisioni positive o negative, ma RAPIDE) era un punto di forza di questo istituto, ben più caro della concorrenza ma sicuramente più diretto ed efficace e come tale perdonabile un tempo per le sue eccessive pretese economiche. oggi non si riesce a comprendere il significato di una gestione che non aderisce al mercato nella gamma prodotti, nel pricing, e nella mancanza di oggettività di tante risposte mancate alla clientela. un investimento in capitale di rischio è basato sulla fiducia, la fiducia si origina dalla stima sulla coerenza dei comportamenti di gestione di un involucro aziendale e dalla sua capacità di dar luogo ad un apprezzabile clima di tempestiva risposta alle esigenze della clientela, depositante o affidata che sia. se si accomunano i difetti del grande Istituto ai costi tipici del piccolo, la relazione perde di significato.
sono d’accordo con marco.ponti d’oro all’ingresso,tantissime difficoltà in uscita.uno che ha bisogno non può assolutamente vendere le azioni e poi a quale prezzo.viene fissato un prezzo, ogni anno in sede di assemblea soci,che rimane teorico visto che quelle poche azioni che passano di mano sono a prezzi inferiori.per non parlare delle condizioni riservate ai soci assolutamente non particolari.sicuramente alla scadenza delle obbligazioni è meglio farsi dare i soldi che convertire in azioni.Perchè non creare un fondo da dove poter attingere per soddisfare eventuali esigenze di liquidità del socio?
Banca allucinante. Concordo con quanto espresso da Marco. Per fortuna mi sono sempre rifiutato di comprare queste azioni farlocche. Oggi sono cliente Fineco dove ho tutto gratis e mi vengono pure a casa. Scappate che è meglio
purtroppo sono possessore sia delle azioni che delle obbligazioni di questa “banca” , fa cui sto cercando di scappare. il personale è ignorante e impreparato. i servizi sono carissimi (basta guardare le condizioni riservate ai soci dove solo per il deposito titoli pagò 50€ semestrali per il solo fatto di possedere le azioni). Ho più volte chiesto di venderle ma in filiale mi allargano le braccia dicendo che “dovrei essere io a trovare un acquirente”!!!!!! il prezzo dichiarato è assolutamente falso in quanto io sarei disposto a vendere le azioni a 27€ ma non si riesce a trovare un acquirente. Sicuramente a novembre alla scadenza delle mie obbligazioni convertibili (quasi 30.000€) farò immediato bonifico alla mia vera Banca (Mediolanum) dove pagò 10 volte meno e dove almeno sono ascoltato e mi risolvono i problemi. BPSA = Banca Popolare Senza Assistenza!!!!!