Il downgrade del debito del Brasile da parte di Standard & Poor è venuto a sorpresa. Nessun analista si aspettava il taglio del rating almeno in questo momento. Il rating assegnato ai titolo di stato brasiliani è passato da BBB- a BB+, con un outlook negativo, cioè con una previsione negativa e quindi con la possibilità di un nuovo taglio al rating nei prossimi mesi. Le altre principali agenzie di rating, almeno per ora, non si sono pronunciate. Per fare un confronto, S&P assegna all’Italia un rating BBB-, con una prospettiva stabile, un passo sopra il livello ‘junk’, quello speculativo.
Da cosa deriva il downgrade del Brasile?
Abbiamo descritto in alcuni post di qualche settimana fa (ringitt Malesia, Lira Turca ad esempio) come il declino di una nazione deriva da un mix di fattori. Accanto al ciclo economico sfavorevole si aggiungono sempre altri fattori quali l’incompetenza politica, l’incapacità di proporre riforme credibili, scandali di corruzione. Dal punto di vista economico il Brasile è in recessione. Il prodotto interno lordo è risultato in calo dell’1,9 per cento nel secondo trimestre 2015 rispetto al primo, a fronte di un calo già nel trimestre precedente. Il debito pubblico dovrebber portarsi a fine anno al 59% rispetto al PIL, contro un 47% registrato nel 2014. Il Brasile, come ben sappiamo, è un grande esportatore di materie prime. Oltre al petrolio abbiamo soia, rame, caffè, cotone, ferro. Il calo dei prezzi determina un calo delle entrate per il paese. Sul fronte della bilancia commerciale all’inizio dell’anno il governo brasiliano aveva stimato un surplus del 2%. A Luglio è stata fatta una revisione, il surplus stimato è stato limato allo 0,7% del PIL. Ad agosto cambia di nuovo tutto. Si passa da un surplus ad un deficit dello 0,5%. All’inizio del suo mandato la presidente Roussef aveva cercato di formare una nuova squadra di governo. Come ministro delle finanze è stato nominato Levy, di formazione americana, ex dipendente del Fondo Monetario Internazionale, con l’obiettivo di lasciare la gestione della fiscalità ad una persona business friendly a suo agio con gli ambienti internazionali. Notoriamente un falco, uno che mette a posto i conti senza guardare in faccia a nessuno. Ma non è bastato. Le continue revisioni al ribasso delle stime sul PIL, il deficit visto sempre al rialzo, hanno ridotto al minimo la fiducia degli investitori. A questo si aggiungono gli scandali di corruzione che coinvolgono molto da vicino figure di primo piano del panorama brasiliano, oltre ad aziende pubbliche e private. L’azione politica ne risulta fortemente bloccata.
Gli impatti del downgrade brasile sui titoli di stato e sulla borsa
Nei mesi passati il clima negativo che si respirava sui paesi Brics, in particolare sul Brasile in piena recessione, ha determinato il crollo della borsa (linea blu) ed un aumento dei rendimenti dei titoli di stato (linea rossa). Considerando che molti fondi di investimento, per statuto, non possono detenere obbligazioni con rating junk, è prevedibile un ulteriore aumento dei rendimenti accompagnato da un calo del nominale dei titoli già negoziati.
Downgrade Brasile: attenzione a Portugal Telecom e Telecom Italia
Come mostravamo in un post di qualche settimana fa, le obbligazioni Portugal Telecom, nonostante il nome faccia pensare il contrario, fanno riferimento al Brasile, e precisamente ad una compagnia telefonica operante nel paese carioca. All’apertura dei mercati post downgrade Brasile, il nominale di queste obbligazioni è in calo del 3%, dopo un picco negativo del 5%. Non è detto che queste obbligazioni non rappresentino un investimento interessante, ma raccomandiamo estrema prudenza, soprattutto per chi è alle prime armi nel mondo obbligazionario, considerando anche il taglio importante con il quale queste obbligazioni viaggiano. Consigliamo di tener d’occhio anche il titolo Telecom Italia. Nel post di qualche settimana fa sul titolo Telecom Italia facevamo riferimento alle difficoltà in Brasile. Il Brasile è stato storicamente un punto di forza della compagnia telefonica italiana. Ma con la recessione, e con il downgrade, il Brasile rischia di trasformarsi in un problema, o almeno, potrebbe perdere valore. Quello che tanti analisti speculativi speravano di trarre dalla cessione di Tim Brasile…
domenico.totaro@italiasalva.it
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