Tempo fa consigliavamo ai nostri lettori di porre particolare attenzione alla gestione del proprio conto corrente, lasciando la minima giacenza possibile. Privilegiando strumenti di liquidità remunerata (come conti deposito o buoni fruttiferi postali), che sono in grado di assicurare la totale disponibilità delle somme in modo immediato o nel giro di qualche giorno, garantendo discreti rendimenti. Si trattava di centinaia di miliardi infruttiferi , solo per i 3 principali istituti italiani, che messi a reddito avrebbero messo qualche miliardo nelle tasche degli italiani. Purtroppo la giacenza nei conti correnti non è diminuita, anzi è aumentata. Ed i rendimenti offerti da Unicredit, Intesa e MPS sono ancora più bassi: da prefisso telefonico. I 372 miliardi sono stati remunerati con appena 1,8 miliardi (0,49%).
Se fossero stati investiti a condizioni di mercato (2%), sarebbero stati immessi 6 miliardi nell’economia italiana (altro che IMU). I dati in tabella dimostrano la scarsa mobilità del risparmio italiano. Unicredit e Intesa San Paolo sono sempre stati i peggio piazzati nelle nostre classifiche sui rendimenti (vedi il miglior conto deposito), ma ciononostante non perdono clienti.
La concorrenza zoppa
Sono ancora pochi gli italiani informati e disponibili a modificare le proprie abitudini. Sempre da queste pagine mettevamo a confronto i rendimenti dei conti deposito Unicredit e Banche Marche, evidenziandone la parità di rischio. PERCHE’ I RISPARMIATORI NON HANNO LASCIATO UNICREDIT? Forse i giornali o qualche dipendente alimentano il panico tra i risparmiatori, insinuando il dubbio della perdita, del rischio, del fallimento… anche dove non c’è oppure siamo cosi pigri da non cambiare la nostra filiale di riferimento. Il risultato è un Paese immobile. Le banche, specialmente le grosse, cosi sono scarsamente incentivate alla concorrenza e sfruttano la posizione di dominio imponendo interessi fuori mercato. E’ una storia analoga a quanto abbiamo visto per le farmacie.
Ogni giorno il consumatore sceglie che tipo di Paese vuole, fino ad ora ha scelto il peggiore…
Luigi.Ciotta@ItaliaSalva.it
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