Ammonta a 25.410 euro il conto degli scontrini che i magistrati gli contestano. Si tratta di denaro pubblico usato, secondo l’accusa, per fini personali. I pubblici ministeri, nella richiesta di rinvio a giudizio depositata presso la cancelleria del gip, descrivono il «beneficiario della indebita destinazione del denaro pubblico». «Si appropriava degli importi utilizzandoli per finalità personali e comunque estranee alla finalità normativa». «In particolare – specificano i pm – usava i contributi per effettuare: rimborsi spese per ristoranti, bar, generi alimentari, per un totale di 21.112 euro. Spese per pernottamenti e alberghi e missioni per 645 euro e rimborsi per spese varie». In quest’ultima voce, ci sono i pagamenti finiti nella voce “abbigliamento”, dove figurano le ormai note mutande verdi. E ancora: «articoli regalo, il regalo di nozze per l’assessore Coppola (Michele, alla guida dell’assessorato alla Cultura, ex Pdl), articoli di pelletteria e valigeria». Ma compaiono anche le fatture di “sigarette”, anche se il governatore non fuma. E quelle di “effetti personali”, tra cui «il dvd Fair Game, regali di nozze, cravatte, un libro antico di Gerolamo Boccardo». Chiudono la lista oggetti di «orologeria, il regalo per nozze per Pedrini e Magliano, argenteria, una custodia per tablet, per complessivi 3.653,18 euro». Salvini, oggi intransigente con Marino, assolveva il suo compagno di scuderia, il Presidente Cota: “Ci rompono i coglioni sulle mutande, ci rompe i coglioni uno Stato ladro che senza la Lega sarebbe già fallito. A qualcuno rode che in Piemonte perchè c’è la Lega non lavorano gli amici degli amici dei benpesanti”. Cota non si è dimesso ed ha continuato a governare la regione Piemonte.
Vi ricorderete Formigoni? Nel 2012, il Presidente della Regione Lombardia è indagato per corruzione riguardo presunte pressioni per delibere a favore della Fondazione Maugeri. Anche li, Maroni ed Alfano hanno fatto di tutto per salvare l’esperienza di governo.
In questi giorni sembra si ponga definitivamente fine all’esperienza della giunta Marino. Si può elogiare o meno l’operato del sindaco, ma nessuno potrà negare la totale discontinuità con la politica, sia di destra che di sinistra, che ha governato la città da qualche decennio a questa parte. Marino cade sulla buccia di banane degli scontrini fiscali e di 4/5 cene di rappresentanza da qualche centinaio di euro. Prima che la procura si pronunci e approfondisca colpe e responsabilità, si leva un coro unanime che invita alle dimissioni, in barba a qualsiasi tradizione garantista. Il sindaco taglia la testa al toro e si impegna a restituire non solo le cene contestate, ma l’intero saldo della carta di credito in dotazione al sindaco: circa 20.000 €. NON BASTA!
Non sappiamo come andrà a finire, ma la vicenda ha assunto i connotati di una caccia alle streghe. Editorialisti e Commentatori tuonano contro il sindaco accattone. Un po come era successo al governatore Crocetta per l’intercettazione fake dell’Espresso. Accertare i fatti richiede troppo tempo e liberarsi di personaggi non allineati può, per alcuni, riaprire la stanza dei banchetti.
Luigi.Ciotta@ItaliaSalva.it
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