L’operazione varata ieri dal Cdm, come ha rivendicato Palazzo Chigi, non ricorre “a soldi pubblici o obbligazioni e depositi”. Il comitato di presidenza dell’Abi, al termine di una riunione straordinaria, ha sottolinea “i grandi e assai onerosi sforzi che le banche in Italia assumono ulteriormente per salvare le quattro banche”. Al di là degli annunci a subire le perdite sono solo gli azionisti e gli obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti. Nel dettaglio l’operazione si articola nei seguenti passaggi:
- Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi hanno garantito la linea di liquidità necessaria per avviare il salvataggio (1,65 miliardi di euro), che viene remunerata “a tassi di mercato” e ha scadenza massima di un anno e mezzo. Cassa Depositi e Prestiti è garante in caso di incapienza del Fondo di risoluzione alla data di scadenza del finanziamento. Un prestito a tasso di mercato con la garanzia della Cdp: insomma un affare!
- Un altro finanziamento da 2,35 miliardi che verrà rimborsato entro fine anno dal sistema bancario pro quota; Il sistema bancario si limita ad anticipare 4 annualità di contribuzione obbligatoria al fondo di risoluzione. Soldi che avrebbero comunque scucito.
- La creazione di una bad bank con i crediti in sofferenza per 8,5 miliardi, svalutati a 1,5 miliardi di euro. I crediti “saranno venduti a specialisti nel recupero crediti o gestiti direttamente per recuperarli al meglio”; Nessuna banca copre le proprie sofferenze per l’82% del valore. La svalutazione sembra troppo cautelativa.
- La parte “sana” delle banche è finita invece nelle banche ‘nuove’, che sfruttano le risorse fornite dal Fondo di risoluzione: 1,7 miliardi per coprire le perdite (recuperabili in piccola parte), 1,8 per la ricapitalizzazione (da recuperare vendendo le nuove banche) e 140 milioni per l’operatività della bad bank. I fondi vengono reperiti dal sistema bancario, che in cambio riceve agevolazioni fiscale sulle imposte differite. La parte sana, ormai ripulita, potrebbe essere venduta ad un buon prezzo. E i nuovi azionisti potrebbero addirittura guadagnare qualche soldo.
Per esempio Intesa Sanpaolo erogherà a favore del Fondo di risoluzione un finanziamento da circa 780 milioni di euro, che verrà rimborsato a dicembre 2015 con i contributi che saranno stati versati al Fondo dal sistema bancario italiano da tutte le banche. Al Fondo di risoluzione verrà concesso un secondo finanziamento da 550 milioni, pari alla quota di pertinenza di un finanziamento da 1.650 milioni, con scadenza a 18 mesi meno un giorno, sul quale come accennato “la Cassa Depositi e Prestiti ha assunto un impegno di sostegno finanziario in caso di incapienza del Fondo”. VEDREMO SE NE TORNERANNO DI PIU’…
Abbiamo evidenziato in rosso le motivazioni per cui il sistema bancario non perderà, come al solito, un euro. Al di là dei proclami gli unici veramente espropriati sono i piccoli azionisti (e obbligazionisti) che non potranno in alcun modo beneficiare del nuovo passo della “nuova” banca.
Luigi.Ciotta@ItaliaSalva.it
Buongiorno Franca, stia tranquilla.
ho un deposito vincolato presso banca marche (deposito sicuro). Posso stare tranquilla oppure mi conviene toglire tutto?
grazie
purtroppo è cosi
Quindi?? Gli azionisti come me perderanno tutto??complimenti Banche & governo Renzie!!! Sempre finocchi col culo degli altri!!!
http://www.ilgiornale.it/news/politica/rabbia-dei-clienti-banca-etruria-salvata-i-nostri-risparmi-1198650.html
piace vincere facile
Potevano lasciare le stesse quantità di azionii/obligazioni con valore nullo.
Che alla riapertura delle contrattazioni della ” NUOVA BANCA” acquisivano il valore dato dal mercato.
Nessun esborso ma salvati i risparmiatori
TROPPO SEMPLICE?