Era un vecchio slogan che girava un po di tempo fa. L’Europa consigliava di tagliare le tasse sul lavoro ed il capitale (2012), che colpiscono i fattori produttivi e trascinano il Paese in una spirale recessiva, ed aumentarle sulla proprietà immobiliare. Alla fine è aumentata la tassazione sulla proprietà immobiliare, e anche sul lavoro ed il capitale. L’italiano medio, oggi, ritiene l’IMU inaccettabile, insostenibile, iniqua… sol perché l’ultima a sommarsi a tutta una serie di tassazioni e tributi che opprimono il contribuente. Il numero e l’importo dei balzelli continua a salire, divorate dal mostro, sempre più famelico, della spesa pubblica.
Gli ultimi saranno gli ultimi
La settimana scorsa avevo scritto un post con questo titolo dove, in sintesi, tentavo di evidenziare l’immobilismo sociale e le sue cause. Generazioni senza alcun incentivo ad investire su se stesse, disincentivate allo studio, ed appiattite sulla mediocrità. Il divario di opportunità tra bravi e meno bravi dovrebbe essere la forza motrice per spingere le persone a migliorarsi: avremo ragazzi tanto più bravi quanto più evidenti saranno i vantaggi che l’esser bravi offre.
Il fisco come detonatore
La leva fiscale potrebbe essere l’innesco per un processo meritocratico. Le piccole differenze tra bravi e meno bravi, in termini di salario ad esempio, vengono erose dalla vorace tassazione italiana sul reddito (41% per redditi superiori ai 28.000 €), il risultato è uno stipendio pressoché identico tra laureati, diplomati, esperti, principianti…
Perché dovrei laurearmi?
Mettiamo a confronto il reddito percepito da un diplomato ed un laureato per un primario contratto nazionale di lavoro. Un neoassunto fresco di laurea percepisce 26.410 € lordi annui, un diplomato 23.400 (un delta di 3.000 €). L’imposizione fiscale peggiora la situazione riducendo il delta a soli 2.100 € in più, vi sembra un buon incentivo per laurearsi, per investire sulla propria formazione?
Perché dovrei mettere a reddito i miei risparmi?
Tempo fa, abbiamo messo in evidenza l’enorme patrimonio infruttifero depositato nei conti corrente delle nostre banche. Avevamo stimato, per difetto, 6 miliardi di euro di maggiore ricchezza per il Paese. I risparmiatori continuano ad ignorare la possibilità di mettere a reddito questa fortuna, perchè? Per ogni 100.000 €, all’1,50% d’interesse, 1.500 € di maggior reddito. Questa torta è letteralmente aggredita dal fisco: 200 € d’imposta di bollo e 390 di tasse. Per soli 910 € il risparmiatore potrebbe rinunciare, come peraltro fa, a studiare la soluzione di risparmio migliore, affrontare la burocrazia bancaria, assumersi dei rischi aggiuntivi… Anche qui il fisco incentiva l’appiattimento e l’inerzia, e il Paese perde ricchezza.
Tassare il patrimonio
Ritengo che tassare il patrimonio, ed alleggerire il reddito, sia la soluzione migliore per premiare chi “fa balla l’oeucc”. Fino a quando il sistema non sarà in grado di premiare chi studia, chi approfondisce, chi si impegna, chi eccelle, chi è in grado di produrre maggiore reddito, la crescita sarà lontana. Un miraggio per Renzi, povera vittima di un overdose di hashtag…
Luigi.Ciotta@ItaliaSalva.it
Certo che va tassato il reddito (in maniera non esosa come attualmente) e non il patrimonio. Bravo chi, lavorando, riesce ad avere un patrimonio e solo col patrimonio si crea altro lavoro, non certo con le mancette di Renzi, veramente umilianti per tutti
Cara Sandro,
in questo momento il risparmio viene tassato sia come patrimonio (o,2% di imposta di bollo) che come reddito (26% sull’interesse). Io ritengo che ridurre la tassazione sull’interesse, aumentando l’imposta di bollo, sia un incentivo a gestire meglio i propri risparmi.
“Tassare il patrimonio e non il reddito”.
Secondo me invece va tassato il reddito e non il patrimonio (alias “risparmio”).
Due persone hanno lo stesso reddito: la prima lo spende tutto, la seconda risparmia la metà di quanto guadagnato.
Perchè punire il risparmiatore tassando il suo risparmio???
E’ più corretto tassare il reddito……..poi se uno spende tutto, peggio per lui.