Il problema demografico affligge tutta Europa, ma non solo. Ne abbiamo sempre parlato sul nostro blog e sul gruppo FB ItaliaSalva. Nascono pochi bambini. Il primo figlio viene fatto di solito ad un’età elevata. La demografia resta a mio avviso il vero quantitative easing possibile per invertire le sorti dell’Europa. I governi iniziano ad acquisirne consapevolezza. La Merkel cerca di risolvere il problema puntando sugli immigrati, e perde le elezioni regionali. In Danimarca ci sono state campagna pubblicitarie molto aggressive (di cui una riportata nella foto copertina) sia di carattere privato che pubblico con l’obiettivo di incentivare le coppie ad avere più figli. In Danimarca il tasso di fertilità per donna è di 1,69 figli. Il 22 settembre è partito in Italia il fertility day, campagna promossa dal ministero della salute. Molte polemiche sono state già fat
te sulla campagna, un responsabile della comunicazione ci ha rimesso pure il posto. Lasciamo ad altri procedere su questi temi. Cerchiamo di capire quali sono gli impatti della demografia sull’economia italiana. Voglio mostrarvi un grafico pubblicato da Bloomberg che a mio avviso è quanto di più immediato possa esserci. Vediamo chiaramente che l’andamento del PIL procede di pari passo con l’andamento della demografia. In particolare il PIL segue il numero di persone tra i 25 e i 49 anni. L’Eurostat, sulla base del tasso di fertilità italiano (1,37 bambini per donna), più basso della media europea (1,58 bambini per donna), stima l’andamento della categoria demografica più produttiva. A fronte di un calo di 700.000 persone in questa fascia negli ultimi 10 anni, l’Eurostat ritiene che nei prossimi 15 anni l’andamento possa essere ancora più critico. Come fa a crescere il PIL in queste condizioni? Per invertire questa situazione è necessario intraprendere ben altre azioni. Altro che fertility day! La Francia ha un tasso di fertilità medio di 2 bambini per donna. In Francia le donne hanno il primo figlio da molto giovani. Il governo francese spende il 2,9% del PIL per le famiglie. L’Italia la metà. I risultati parlano chiaro. O si cambia o non basteranno svalutazioni, uscite dall’Euro, ricerca tecnologica che tenga a farci tornare a crescere.
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