Ubi ha ufficializzato l’offerta vincolante per l’acquisto del 100% del capitale di Nuova Banca delle Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio e Nuova Cassa di Risparmio di Chieti ad un prezzo di vero realizzo: 1 euro. I tre istituti acquisiti da Ubi sono la parte sana nata dopo il decreto salvabanche, che ha asfaltato azionisti e obbligazionisti subordinati. Purtroppo la negoziazione non ha portato i risultati sperati, dalla vendita della parte sana ci si aspettava molto di più.
In dotazione, ai nuovi istituti (incluso Carife), erano stati assegnate risorse dal Fondo di risoluzione: 1,7 miliardi per coprire le perdite (recuperabili in piccola parte), 1,8 per la ricapitalizzazione (da recuperare vendendo le nuove banche) e 140 milioni per l’operatività della bad bank. I fondi sono stati reperiti dal sistema bancario, che in cambio riceve agevolazioni fiscali sulle imposte differite.
La vendita dei 4 istituti doveva fruttare un paio di miliardi, che si riducono ad un misero euro. Le perdite sono ingenti e danno un’idea di quanto possa valere una banca sana, ricordiamo che i crediti deteriorati (8,5 miliardi) erano stati opportunamente svalutati e conferiti ad una bad bank.
Cosa compra Ubi?
Nuova Banca Marche
- 312 sportelli
- 6 regioni coinvolte (Marche, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo, Umbria, Molise)
- 184 città
- 1° banca nelle Marche (312 sportelli su 1.137)
- 1° nella provincia di Ancona (68 sportelli su 356), Macerata (68 sportelli su 228), Pesaro e Urbino (62 sportelli su 295)
Nuova Banca Etruria:
- 175 sportelli
- 8 regioni coinvolte (Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Molise, Lombardia, Abruzzo)
- 118 città
- 6° banca in Toscana (84 sportelli su 2.387)
- 2° nella provincia di Arezzo (39 sportelli su 222)
Nuova CariChieti:
- 70 sportelli
- 6 regioni coinvolte (Abruzzo, Lazio, Lombardia, Marche, Umbria, Basilicata)
- 48 città
- 4° banca in Abruzzo (61 sportelli su 653)
- 1° nella provincia di Chieti (46 sportelli su 168)
Un totale di 557 sportelli, per un Gruppo essenzialmente domestico, con circa 1.530 filiali in Italia, di cui circa 750 in Lombardia e oltre 160 in Piemonte ed una rilevante presenza nelle regioni più dinamiche del Centro Italia e nel Sud Italia.
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