MPS sospesa in borsa a tempo indeterminato. Sospese le azioni, sospese le obbligazioni, i possessori di questi strumenti in panico per la sorte dei propri risparmi. Il mese di dicembre è stato drammatico. Tutte le attenzioni sulla banca senese, ma un’altra banca rischia di seminare paura e distruzione di valore. Si tratta di Unicredit. Numerosi sono i post sul nostro gruppo Facebook ItaliaSalva (cliccare qui per iscriversi) che chiedono opinioni circa la banca che si appresta ad un aumento di capitale monstre. Nel corso del 2016 il Gruppo UniCredit è stato assoggettato al processo SREP condotto dall’Autorità di Vigilanza. A seguito di tale processo, il cui esito è stato comunicato a UniCredit in data 12 dicembre 2016, la BCE ha comunicato all’Emittente, tra l’altro, i requisiti prudenziali di natura quantitativa da rispettare su base consolidata e le misure qualitative da porre in essere. Le risultanze del processo SREP 2016, il cui esito ha portato alla determinazione di detti requisiti prudenziali, hanno evidenziato aree di debolezza rilevate dalla BCE.
Unicredit: i problemi di Unicredit
Il 13 dicembre UniCredit presenta il piano strategico 2016-2019 volto a consentire il mantenimento dei requisiti patrimoniali del Gruppo stesso a seguito dell’implementazione delle azioni del Piano Strategico, nonché ad allineare detti requisiti a quelli dei principali competitor europei. Tra le azioni del piano strategico vi è l’aumento di capitale. Con riferimento alla profittabilità, nell’ambito del processo SREP 2016, la BCE ha evidenziato il persistere di un livello di profittabilità debole, da ricondurre sia a fattori macroeconomici, sia a fattori specifici dell’Emittente, rappresentati da bassi tassi di interesse e da una ripresa economica lenta in Paesi chiave, un elevato livello di rettifiche nette su crediti in Italia ed un elevato livello di costi operativi in Austria e Germania, determinando una strutturale debolezza della profittabilità del modello di business di banca commerciale nei Paesi dell’Europa Occidentale.
Unicredit: il rischio che l’Adc possa non essere risolutivo
L’immagine in evidenza sul post è un’estratto del documento di registrazione. Si legge, tra le altre cose: “Sebbene le azioni poste alla base del Piano Strategico siano finalizzate, tra l’altro, a mitigare i profili di debolezza del Gruppo UniCredit, evidenziati anche dalla BCE all’esito dello SREP 2016, alla Data del Documento di Registrazione sussiste il rischio che le azioni del Piano Strategico non siano in grado di fronteggiare adeguatamente i profili di debolezza riscontrati dalla BCE”. In sostanza la BCE ci sta dicendo che l’adc potrebbe non essere sufficiente. Perchè? Il Piano Strategico è basato su numerose assunzioni e circostanze, alcune delle quali sono al di fuori del controllo dell’Emittente (quali, tra l’altro, ipotesi relative allo scenario macroeconomico e all’evoluzione del contesto regolamentare), nonché assunzioni ipotetiche relative agli effetti di azioni specifiche o concernenti eventi futuri su cui l’Emittente può solo parzialmente influire (tra cui, in particolare, il perfezionamento dell’Aumento di Capitale, delle Operazioni di Cessione di Attività in corso di Esecuzione e delle attività prodromiche al miglioramento della qualità dell’attivo patrimoniale). Ad esempio tra le azioni volte a migliorare la qualità dell’attivo patrimoniale, è prevista la realizzazione del “Progetto Fino”, in relazione al quale, alla Data del Documento di Registrazione, sono in corso le necessarie analisi quali-quantitative in ordine alla verifica della sussistenza delle condizioni necessarie ai fini della cancellazione contabile (derecognition) del portafoglio di crediti oggetto di cessione. Tale analisi sarà completata al perfezionamento della documentazione contrattuale e potrebbe condurre alla conclusione che non sussistono le condizioni previste dal principio contabile di riferimento per la cancellazione contabile (derecognition) del portafoglio. In tale ipotesi, ferme restando le azioni volte all’incremento della copertura dei crediti deteriorati, potrebbe rendersi necessario rivedere le assunzioni e gli Obiettivi del Piano Strategico.
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