Come tutti i risparmiatori che si rispettino anche la Cassa depositi e prestiti ha il proprio conto corrente, a differenza di un normale cittadino il C/C Cdp è enorme. Al 31 dicembre 2016 il saldo del conto corrente presso la Tesoreria centrale dello Stato, su cui è depositata la raccolta CDP in eccesso rispetto agli impieghi della Gestione Separata, si è attestato intorno a quota 147 miliardi di euro. La quasi totalità di questa enorme mole di denaro è raccolta da Cassa depositi e prestiti attraverso gli sportelli delle Poste, lo stock di risparmio postale rappresenta circa l’8% delle attività finanziarie detenute dalle famiglie italiane e oltre il 30% dei depositi.
Le disponibilità liquide della CDP S.p.A. sono depositate nel conto corrente fruttifero n. 29814, denominato “Cassa depositi e prestiti SPA – Gestione Separata”, aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato. Le disponibilità liquide di Tesoreria registrate alla fine dell’anno finanziario rappresentano quella parte di risorse in gestione separata che la Cassa depositi e prestiti non impiega per le sue finalità istituzionali.
Sulle giacenze il Ministero dell’economia e delle finanze corrisponde alla CDP S.p.A. un interesse semestrale a un tasso variabile, che sin dalla trasformazione della Cassa depositi e prestiti in società per azioni e fino al 2013 è stato pari alla media aritmetica semplice tra il rendimento lordo dei buoni ordinari del Tesoro a sei mesi e l’andamento dell’indice mensile Rendistato. Al riguardo si ricorda che l’articolo 17-quater del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, ha modificato l’articolo 5 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, inserendovi un nuovo comma 3-bis, il quale dispone che con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell’economia e delle finanze venga adeguato il tasso di remunerazione del conto corrente di Tesoreria centrale, denominato “CDP S.p.A. – gestione separata”, al fine di allinearlo ai livelli di mercato, in relazione all’effettiva durata finanziaria delle giacenze del conto medesimo, tenendo conto altresì del costo effettivo delle passività che lo alimentano. In attuazione della citata previsione, il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 12 maggio 2016 è intervenuto a disciplinare le nuove modalità di determinazione del tasso di remunerazione del conto corrente di Tesoreria centrale, denominato “CDP S.p.A. – gestione separata”, a decorrere dal primo semestre 2016. In forza di tale decreto, il tasso è ora determinato, secondo il criterio di calcolo giorni effettivi/360, sulla base della media ponderata, arrotondata al centesimo di punto percentuale, tra:
- la media aritmetica semplice dei tassi lordi di rendimento rilevati all’emissione dei Buoni ordinari del Tesoro (BOT) con scadenza a sei mesi emessi nel semestre di riferimento (con peso pari al 20%);
- la media aritmetica semplice dei tassi lordi di rendimento rilevati all’emissione dei Buoni del Tesoro poliennali (BTP) con scadenza a dieci anni emessi nel semestre di riferimento (con peso pari al 20%);
I rendimento del BOT a 6 mesi è pari a -0,372% a il BTP a 10 anni 2,16%, per un rendimento risultante pari allo 0,1344%. Tale voce ha reso a Cdp 1,7 miliardi di euro.
Le commissioni di raccolta
Cdp paga a Poste una commissione per gestire la raccolta postale, a conti fatti riconosce lo 0,7% per il collocamento. Il calcolo dell0 0,7% di commissioni è ipotizzato da un collocamento annuale dei prodotti: è come se ogni anno tutti i detentori di buoni fruttiferi liquidassero i vecchi buoni e sottoscrivessero i nuovi… La realtà è diversa, una volta sottoscritto un buono ce lo teniamo per parecchio tempo, in alcuni casi anche 20 anni. Se supponiamo che mediamente il risparmiatore italiano non “ruota” i proprio risparmi per 2/3/4 anni la commissione si raddoppia/triplica/quadruplica…
0,7% è una commissione MOLTO ALTA!!!
al punto da causare una perdita netta per una grossa fetta di patrimonio, quella liquida depositata presso la Tesoreria dello Stato.
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