“L’Italia detiene un nuovo record del mondo: quello della prima auto elettrica a percorrere più di 1.000 chilometri con una sola carica! Sono orgoglioso dei nostri connazionali che hanno raggiunto questo risultato fenomenale. La storica impresa è del Tesla Club Italy-Ticino-San Marino che batte il record registrato solo qualche settimana fa da un team belga. Il record è stato riconosciuto anche da Elon Musk in persona che lo ha verificato ufficialmente e poi lo ha annunciato tramite un suo tweet. Spero di poter stringere la mano a questi ragazzi-record quando tornerò dalla Sicilia! E’ con gente come loro che cambieremo l’Italia. L’Italia può essere davvero il Paese che fa la differenza con energie rinnovabili e mobilità sostenibile. Noi stessi nel nostro piccolo in questi giorni stiamo girando la Sicilia con due van Nissan 100% elettrici che hanno prestazioni fantastiche e non inquinano assolutamente nulla. Mi ha colpito l’analisi di Luca Del Bo, presidente di Tesla Owners Club Italia, che ha dato alcuni dettagli tecnici sull’impresa: “Per portare a termine la distanza record di 1.078 chilometri abbiamo consumato 98,4 kW/h di energia elettrica che, in termini energetici, equivalgono a circa 8 litri di benzina. Ci è stato possibile grazie alla resa elevatissima del motore elettrico che trasforma in movimento il 95% della energia che consuma. Basta considerare che i motori a scoppio più efficienti oggi non superano il 30% di efficienza”. Fantastico!
Ecco perchè uno dei punti del nostro programma di governo prevede l’immatricolazione di un milione di macchine elettriche in 5 anni. Immaginate quanta efficienza in più, quanti risparmi, quanti sprechi eliminati e quanto ambiente preservato. Il futuro è a portata di mano e io, sia nel mio piccolo, che con la mia attività istituzionale, farò di tutto per raggiungerlo”.
Iniziamo questa nostra narrazione sulle azioni Tesla riportando le dichiarazioni del vice presidente della camera Di Maio, che accompagnano il tweet trionfalistico dell’amministratore delegato Elon Musk. Cosa c’entra la politica con le exploit delle azioni di Palo Alto? Apparentemente nulla, eppure queste dichiarazioni sono l’emblema di una grande illusione che accompagna il mondo delle auto elettriche e soprattutto la loro mitologica vocazione salvifica nei confronti dell’ambiente.
Da tecnico, mi permetto di contenere l’entusiasmo e mi limito a dire che il post di Di Maio è superficiale e pieno di sciocchezze. Ma non importa… non importa se il rendimento del motore elettrico sia sempre stato cosi alto, e non è sicuramente un recente progresso di Tesla, non importa se in poche righe si smentiscano i principi fondamentali della termodinamica, non importa la sicumera con cui ci si approccia a temi di cui non si conoscano neanche le unità di misura, NON IMPORTA!!! Di Maio è riuscito a farci cogliere l’emotività che spinge il corso azionario di Tesla, che è l’unica a poter spiegare il boom di questi mesi. Niente di tecnico quindi e, se escludiamo la partecipazione di Di Maio a un complotto pro lobby auto elettriche, niente di nuovo.
Eppure potrebbe non trattarsi di una bolla di sapone, nonostante persino il fondatore della società riconosca che le azioni vengono scambiate ad un valore “più alto di quanto ci meritiamo”. L’ignoranza insieme all’emozioni guidano le scelte dei consumatori e, non di meno, dei governanti. Di Maio lo dice chiaramente: 1 milione di auto elettriche in cinque anni; in barba all’ambiente, alla razionalità, alla scienza…. E’ una storia già vista! Le aziende del fotovoltaico si sono arricchite cavalcando incentivi che premiavano non la tecnologie green più efficiente, semplicemente la più di moda. Dopo un quasi dissesto per le casse pubbliche ed una retromarcia clamorosa, ci si riprova con la macchina elettrica.
Ritorniamo alla finanza, chi investe in azioni Tesla scommette su un fotovoltaico 2.0: emotività, grande boom trainato dagli incentivi, bolla. Fin qui il sogno Tesla, ora andiamo alla disastrosa realtà.
Azioni Tesla, l’operazione Solar city preoccupa per poco
Le azioni Tesla quotano intorno a 365 dollari, vicino ai massimi storici. Del tutto archiviata la lenta e costante discesa che le azioni Tesla hanno patito in seguito all’offerta per Solar City, un brusco calo che aveva riportato le azioni Tesla ben sotto i 200 dollari. Solar City è una società che si occupa di progettare, fornire, installare, manutenere sistemi fotovoltaici per privati e per aziende. A capo di Solar City c’è Elon Musk, presidente e primo azionista di Tesla. In altri posizioni apicali troviamo cugini del capo. L’idea di Musk è che Solar City diventi una divisione di Tesla a seguito dell’acquisizione. Il mercato non ha assolutamente apprezzato la novità. L’idea è che più che di una fusione funzionale ad estrarre valore dalle due società, si tratti di un salvataggio di Solar City con i soldi di Tesla. Per Tesla vale 2,8 miliardi di dollari. Considerando anche il debito, la società viene valorizzata 5,7 miliardi, a multipli circa doppi rispetto a quelli di società similari. I possessori di azioni Tesla si troveranno a consolidare un debito importante, e dovranno destinare sforzi e soldi a Solar City.
L’aumento di Capitale Tesla non basta
Un nuovo aumento di capitale pari a 1,2 miliardi di dollari ripartiti tra 350 milioni in azioni ordinarie e altri 850 in obbligazioni convertibili con scadenza al 2022. Anche Elon Musk ha partecipato all’aumento di capitale con l’acquisto di titoli per 25 milioni di dollari. “L’operazione – spiega la Tesla – serve a rafforzare lo stato patrimoniale e a ridurre ulteriormente i rischi associati al rapido incremento del business determinato dal lancio della Model 3”. Musk ha rastrellato più di quanto inizialmente ipotizzato, ciononostante la diluizione delle azioni Tesla è inferiore all’1%. Analisti del calibro di UBS ritengono l’aumento insufficiente per il lancio del Model 3 al mercato. Musk è di tutt’altro avviso pur lasciando la porta aperta a questa possibilità, con solo il 20% di chance che ciò possa avvenire.
Azioni Tesla, la diluizione con i convertibili
La vera spada di Damocle sulle azioni Tesla si chiama convertibile, parecchie sono le emissioni obbligazionarie che contemplano il rimborso in azioni:
- Nel mese di maggio del 2013, sono stati emessi titoli senior convertibili all’1,5% e scadenza 2018,
- in marzo / aprile 2014 convertibili allo 0,25% al 2019 e all’ 1,25% di rendimento al 2021,
- nel marzo 2017 convertibili al 2022 con tasso 2.375%.
L’acquisizione, nel novembre del 2016, di SolarCity Corp ha portato in dote ulteriori emissioni convertibili a cui si sommano warrant con i seguenti prezzi strike: $ 184,48, $ 512,66 e $ 560,64 e infine il warrant di marzo 2017 con strike $ 655,00. Per chi non lo sapesse un warrant potrebbe avere un Effetto diluitivo sulla EPS (earnings per share) quando il prezzo di mercato dell’azioni Tesla supera il prezzo di strike del warrant. In sintesi:
La società rassicura gli azionisti informando che l’effetto diluitivo teorico (12,5%) è mitigato da operazioni a copertura finalizzate a portare la diluizione, degli aumenti di capitale camuffati da obbligazioni, a solo il 5,8%, nella peggiore delle ipotesi.
Le nuove obbligazioni Tesla
Da Palo Alto hanno annunciato l’emissione di nuove obbligazioni Tesla senior non garantite per 1,8 miliardi dollari per finanziare la produzione del suo nuovo modello 3. La nuova “utilitaria” di Tesla, con dei margini target del 25%, dovrebbe essere venduta ad un prezzo di 35 mila dollari. Con la Model 3 la Tesla si gioca la capacità di diventare un’azienda di produzione di massa, e l’accoglienza da parte del mercato potrà segnare il destino dell’azienda.
Mentre cerca capitale, la società tecnologica prevede di bruciare $ 2 miliardo in contanti quest’anno. Eppure il nuovo debito, classificato come spazzatura da Standard & Poor’s e Moody’s (rispettivamente con rating B e B3), è stato piazzato agevolemente: 600 milioni di dollari in poche ore. In un contesto storico di tassi bassi, la narrazione di Tesla è evidentemente attraente per gli acquirenti di obbligazioni, come succede per le azioni Tesla.
Azioni Tesla: i punti di forza
Tesla ha da poco completato la costruzione della Gigafactor in Nevada, fatto che secondo alcuni analisti avrà un forte impatto nella riduzione dei costi. Attualmente le stime dicono che i costi delle batterie ammontano a 150$-200$ per kilowattora. Con l’entrata a regime della produzione nella gigafactory, si ritiene che le stesse tipologie di batterie potrebbero arrivare a costare 100 dollari per kilowattora. Questo è il cuore del programma Model3, la nuova “utilitaria” di Tesla.
Azioni Tesla: i punti di debolezza
Il pessimismo sulle azioni Tesla è legato soprattutto alla sfiducia del mercato relativamente alla capacità dell’azienda di rispettare i propri obiettivi industriali, e allo stesso tempo di fare utili. Elon Musk almeno per il momento sembra riscuotere ancora la fiducia degli investitori. Ma per quanto potrà ancora durare, soprattutto ora che gli obiettivi del nuovo piano sono sempre più ambiziosi e difficili da raggiungere? La concorrenza non sta di certo a dormire. Gli altri costruttori, tra cui BMW, puntano sempre più sull’auto elettrica. Tesla non è più sola in questo mercato. Inoltre per chi conosce il mercato degli incentivi americano, è possibile che i bonus per l’acquisto di auto elettrica saranno già stati tutti esauriti prima del debutto della Model3. E’ per questo che quella di Tesla è una corsa contro il tempo per commercializzare il suo nuovo veicolo. Per commenti, domande, per seguire notizie e aggiornamenti in tempo reale, vi invitiamo a seguirci sul gruppo Facebook ItaliaSalva
Generalmente i precursori nelle invenzioni e nella commercializzazione vengono premiati . Tesla a ottimi msrgini di miglioramento anche sul mercato cinese ,visto le ultime messe al bando dei 500 modelli di auto inquinanti .
oggi 10 luglio le azioni tesla sono sopra i 300 ,pensa se mi fossi fidato di voi.
La strategia di lungo periodo per Tesla è sicuramente molto più valida di BMW, quest’ultima si limiterà a copiare cosa fa Tesla e come lo fa, ed avrà un prodotto migliore probabilmente, ma non riuscirà mai a copiare “perché” lo fa, ed è tutto lì il valore aggiunto, i suoi clienti compreranno una Tesla perché condividono le ragioni di Tesla, che non farà solo automobili (come invece BMW) ma estende la propria mission ad innumerevoli campi.
Questo è il “Valore” di Tesla, non hanno neppure iniziato ad essere quel che realmente sono.
Non comprare !! Non riusciranno a farla ai tedeschi più strutturati e soprattutto commercialmente più capillari con le loro concessionari.