- versamenti ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale;
- con prestazioni sostitutive del servizio di mensa,
- servizi di trasporto collettivo
- azioni
- versare il premio di risultato al fondo di previdenza complementare
- un pacchetto di benefit a cui destinare il CREDITO WELFARE (servizi per il tempo libero, l’intrattenimento e la cultura, per il benessere fisico e la salute)
La quota del premio convertita in opere e servizi di welfare non sarà assoggettata all’irpef né alla contribuzione ai fini previdenziali (INPS) che invece competono per gli importi percepiti in denaro.
Il Credito Welfare
Il lavoratore ha la possibilità di spendere il proprio Credito Welfare scegliendo all’interno di un catalogo di alternative, tra cui dei buoni acquisto AMAZON. In sintesi lo Stato italiano incentiva con dei benefici fiscali gli acquisti su Amazon. Proprio il gigante di Seattle è costantemente sotto accusa per le sue continue elusioni fiscali, le sedi della società vengono insediate nei Paesi più “conveniente”. In questo modo Amazon distrae ricavi e utili dal più ingordo fisco italiano; i piccoli commercianti subiscono la concorrenza sleale e sono costretti alla chiusura, depauperando l’economia di prossimità.
In questo contesto il credito welfare sembra proprio una beffa sia al fisco sia al piccolo commercio. E’ la solita storia, la mano destra non sa cosa fa la sinistra: il Paese cosi si muove per inerzia in balia di coloro che sanno benissimo dove andare (VEDI AMAZON).
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