“[…]Mira c’ha fatto petto delle spalle;
perché volse veder troppo davante,
di retro guarda e fa retroso calle.[…]”
dal canto XX dell’inferno della Divina commedia di Dante Alighieri
Il 27 gennaio è stato convenzionalmente scelto come giorno della memoria per ricordare i fatti tragici avvenuti durante il secondo conflitto mondiale. Un po’ per tutti questo giorno è legato in special modo alla shoah. Nomi come Auschwitz e Birkenau affiorano subito nella mente ma oggi parleremo di altri nomi.
Brandenburg, Grafeneck, Hartheim, Sonnenstein, Bernburg ed Hadamar sono luoghi meno noti ma non meno terribili, lì sono avvenuti i primi stermini per motivi molto diversi da quelli che state immaginando. Gli ebrei infatti non sono i soli a cui il terzo Reich ha riservato un trattamento inumano, sotto la scure nazista sono finiti per primi malati mentali, nani, storpi, ritardati, qualsiasi tipo di disabile. Queste persone vengono sistematicamente eliminate dal 1939 al 1945 perché dei pesi per la società: sono improduttivi, mangiano a spese della comunità, non solo rallentano il cammino della nazione ma ne sporcano anche il sangue. Ne sporcano il sangue perché pazzi che si riproducono partoriscono altri pazzi, ritardati altri ritardati, prostitute altre prostitute…
È determinismo sociale, è scientifico. Questo si credeva, in Germania e non solo, in quel periodo; ma come si è arrivati a questo?
Partiremo da lontano per arrivare al triste epilogo iniziato nel 1939. Più precisamente al 1883 quando Francis Galton, cugino di Darwin, parla di eugenetica, la scienza che si pone l’obbiettivo di studiare il patrimonio ereditario umano e di capire come migliorarlo. Agli albori di questa nuova scienza gli eugenisti teorizzano che il modo più efficace per migliorare il patrimonio genetico di una popolazione sia inibire la diffusione delle malattie ereditarie, sterilizzando i soggetti portatori di tali malattie. È tremendamente semplice ed allo stesso tempo geniale: se il sordo rischia di avere un figlio sordo basta impedire al sordo di riprodursi e presto non ci saranno più sordi, un intero albero genealogico di sordi spazzato via con una sola sterilizzazione.
La diffusione ed il fascino acquisiti da queste teorie sono grandi ed iniziano le prime campagne di sterilizzazione negli Stati Uniti; presto anche altri paesi faranno lo stesso. Hitler non ne è indifferente ed inizia la sterilizzazione di persone geneticamente inadatte nel 1934. La campagna terminò nel 39 perché nel febbraio di quell’anno un contadino della Sassonia scrive disperato al führer in seguito alla nascita del suo tanto desiderato primo genito dicendo che il figlio non è proprio come il brav’uomo l’avrebbe voluto, gli mancano un braccio ed una gamba, è cieco e probabilmente anche un po’ scemo, e vorrebbe un aiuto dal capo della nazione. La lettera arriva a destinazione ed il munifico Adolf manda in aiuto del contadino il suo medico personale con il compito di fare un’iniezione letale al bambino; così si arrivò al preannunciato epilogo: eliminare gli inutili.
A tal proposito viene istituita una potente macchina parastatale che doveva occuparsi di tutta la realizzazione pratica del progetto, nasce il programma Aktion T4; con l’aiuto dei medici di famiglia vengono sottratti alle famiglie tedesche i loro figli mal nati con l’inganno, facendogli credere che c’è una speranza di guarigione per quei bambini, mentre gli psichiatri segnalano tutti i loro pazienti senza alcuna possibilità di guarigione: schizofrenici, epilettici e quant’altro. Tutti gli ammalati vengono poi trasferiti in sei centri dislocati in zone remote ed anonime della Germania in modo da non dare nell’occhio e lì subiscono il trattamento di cura che prevede il rapido decesso del paziente. Viene fatto tutto in gran segreto per evitare proteste tra i cittadini, pur non essendo in democrazia non a tutti potrebbe piacere che si uccidano pazzi e disabili e se ne cremino i corpi.
Nel 1941 però Aktion T4 ufficialmente termina la sua attività, ormai non c’era più bisogno di un programma statale, non c’era più bisogno di segretezza. La soluzione finale era iniziata ed i campi di concentramento avrebbero continuato l’opera alla luce del sole: la martellante propaganda nazista portata avanti dal ministro Goebbels aveva attecchito, i cittadini ora capivano la necessità di pulire la razza. E chi non l’avrebbe capita?
Immaginate un popolo all’indomani di una spaventosa crisi economica, quella del 29, a cui viene costantemente detto che mentre loro si spaccano la schiena per poter a stento sopravvivere ci sono soggetti che vivono a spese della comunità, che mentre loro producono per il bene della nazione ricevendo in cambio quattro spicci ci sono dei parassiti totalmente improduttivi che gravano sulle loro spalle, che costano un mucchio di soldi e che si espandono come una malattia.
Immaginate, e credo non vi sarà difficile in questo momento, degli onesti lavoratori che fanno sacrifici per andare avanti a cui viene detto che mentre loro faticano e sudano per sopravvivere vengono spesi 60.000 marchi per far mangiare a sbafo i malati ereditari senza che questi ci abbiano messo nulla, che questa spesa perdura fintanto che i malati vivono e che con i soldi spesi per un solo malato ereditario potrebbe sopravvivere un’intera famiglia di cinque persone.

Se ogni anno i disoccupati e i ritardati fanno più figli delle persone in gamba basteranno pochi anni affinché gli improduttivi diventino la maggioranza, la matematica non mente.
Quanti ne avrebbe dovuti sopportare la brava gente? Come avrebbe potuto resistere al peso crescente di tutte queste zavorre, di tutti questi scherzi della natura, di questi inetti, di questi pezzenti che gli si ammassavano sulla schiena?
Questa era la Germania degli anni trenta ed ora forse possiamo almeno in parte comprendere perché il popolo tedesco abbia tollerato ed in una certa misura approvato lo sterminio dei deboli, la pulizia della razza e l’ideologia nazista in genere.
Che importava il dover sopportare un po’ di camere a gas, un po’ di forni crematoi, un po’ di iniezioni letali, un po’ di diete “povere di grassi” se il risultato finale sarebbe stato un popolo migliore e prospero. In fondo a subire tutto questo erano i rifiuti umani le persone “normali” non correvano pericoli, giusto?
Forse; perché tra i cosiddetti “rifiuti sociali” finiti nei lager, oltre ai già citati ebrei, disabili e malati mentali, c’erano anche: zingari, ubriaconi, senzatetto, mendicanti, criminali, comunisti, omosessuali, tutti i non allineati al partito ecc.
E quando le laboriose persone normali fossero diventate vecchie e quindi improduttive cosa sarebbe successo? E se si fossero ammalate gravemente?
Ad oggi non c’è risposta a queste domande ed alla luce di quanto detto, se non vogliamo più trovarci nella condizione di doverci porre nuovamente simili interrogativi, sarà bene diffidare di chi tende a scaricare tutte le colpe su categorie astratte che ad un tratto sembrano diventare l’epicentro di tutti i mali, diffidare di chi in tempi difficili propone soluzioni semplici ed indolori per superare i problemi, non farsi ammaliare da semplici ed efficaci slogan propagandistici, perché tutte queste semplificazioni servono solo a scagionare chi ha davvero delle colpe, a pervertire con l’inganno le persone ed a punire le minoranze, i diversi ed i deboli non potendosi questi difendere contro gli assai e i potenti.

Attenti a quali idee facciamo camminare perché con le condizioni e le gambe giuste possono condurre anche verso orizzonti estremamente bui.
La quasi totalità del materiale presente in quest’articolo è stato tratto dallo spettacolo teatrale Ausmerzen di Marco Paolini, che è possibile vedere, gratuitamente e per intero, su Youtube; se ne consiglia più che caldamente la visione a tutti.
Fate che quest’oggi non sia una semplice giornata di vuota commemorazione ma diventi un momento di crescita.
Rey Po
riguardo al manifesto di F.N., che andassero a protestare dalla Lega e destra tutta, visto che i Campi Rom li dobbiamo a loro…
Certo che F.N. passa da una gaffe all’altra…….
Luigi caro, ti sei superato. Complimenti.
*** Solennemente cade, come tutti gli anni, il giorno della Memoria. Partono le scolaresche verso Aushwitz guidate da insegnanti forse “deportati”, perché no con la kefiah. Racconta, l’ex fascista intervistato, quali molte e buone opere abbia compiuto Mussolini fino a quelle leggi razziali del ‘38, francamente indecenti. Ottimo l’editoriale del Corriere su Exodus, perfino più indignato quello su Repubblica. Inaudite immagini di corpi ammonticchiati tornano alla mente nel giorno dedicato, e partenze piombate, e monti di scarpe, o di capelli e di denti. L’Acutil, farmaco diffuso in Europa, aiuta a ricordare come sia opportuno, in questo giorno dell’anno, dimenticare le martellanti campagne contro gli ebrei in odore di nazismo (tutti, da Ben Gurion, a Peresh, a Sharon, da Barack a Rabin, dalla Meir a Netanyahu, dal ’48 al ’67, al ’73, all’’82, al ’93, al 2000, al 2005 e successivi). Con cuore più leggero, giammai antisemita, al massimo antisionista, la suddetta massa di colli torti si attrezzerà per celebrare nei prossimi 364 giorni la quotidiana Memoria di Fatah, più Hamas, finalmente riunificati nel nome dei coltelli. Meglio ancora dei tir.***
http://www.ilfoglio.it/andrea-s-version/2017/01/26/news/giorno-della-memoria-shoah-antisemitismo-116946/
le fonti sono riportate in fondo all’articolo
Buongiorno,
Ho letto il suo articolo e ne sono rimasta particolarmente colpita, sarebbe possibile sapere la sitografia o la bibliografia da cui ha preso tutte queste informazioni? La ringrazio.