Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento. Il decreto dispone il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (MCC) fino a un massimo di 900 milioni di euro, per consentire alla stessa di operare quale banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane. Nell’ambito e in linea con la suddetta missione, in base al decreto verrà disposto un aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB), confermando così la determinazione del Governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie, e le imprese supportate dalla BPB.
Quest’ultima è stata sottoposta venerdì 13 dicembre alla procedura di Amministrazione Straordinaria da parte della Banca d’Italia. Tale decisione agevolerà il raggiungimento degli obiettivi di rafforzamento della BPB.
Gli amministratori straordinari della BPB stanno proseguendo le negoziazioni già avviate con il MCC e il FITD per la stipula di un “Accordo Quadro”, contenente tra l’altro le linee strategiche del piano industriale per il rilancio della banca, il recupero del suo equilibrio economico e patrimoniale, e l’assunzione da parte della stessa di un ruolo centrale nel finanziamento dell’economia del Mezzogiorno.
Mediocredito Centrale, chi è?
Mediocredito Centrale nasce nel 1952 come ente pubblico, il suo compito iniziale fu il finanziamento a tasso agevolato degli istituti regionali di mediocredito e degli altri istituti di credito a medio lungo termine designati dal Tesoro, per operazioni di credito a favore delle medie e piccole imprese industriali e commerciali. Successivamente ha assunto sempre più funzioni dal finanziamento a medio termine dei crediti derivanti da esportazioni relative a forniture speciali agli interventi a favore di imprese e privati danneggiati da pubbliche calamità.
Trasformato in S.p.A. nel 1993, nel 1999 viene privatizzato e ceduto dal Ministero del Tesoro a Banca di Roma per 3.900 miliardi di lire. Nel 2009 viene varata la Legge 191 che prevede la nascita di una banca che abbia l’obiettivo di finanziare progetti di investimento nel Mezzogiorno, di erogare credito alle piccole e medie imprese, di favorire la nascita di nuove imprese e l’imprenditorialità giovanile e femminile, nonché promuovere l’aumento dimensionale e l’internazionalizzazione di tali imprese, di finanziare attività di ricerca e innovazione: il tutto come detto, nelle regioni del Sud Italia. Si prevede la possibilità che il capitale della banca sia aperto anche a banche popolari e banche cooperative. Per questo motivo, il 1º agosto 2011 Poste Italiane S.p.A. acquista, per 136 milioni di euro, il 100% da UniCredit. Il 7 agosto 2017 Poste Italiane e Invitalia S.p.A. hanno perfezionato la cessione per 390 milioni di euro a Invitalia S.p.A. della partecipazione pari al 100% del capitale sociale della Banca detenuto da Poste Italiane. Mediocredito Centrale è dieci volte più piccola di Popolare di Bari e non ha mai controllato una banca commerciale.
Cosa c’entra Invitalia con BpBari?
Invitalia viene chiamata in causa nei due fascicoli più problematici: Ilva e BpBa. Se non fosse per l’ubicazione geografica delle due aziende, non capiamo cosa le accomuna. L’intervista dell’amministratore delegato Invitalia, Domenico Arcuri, è l’occasione per chiarire il nesso. Arcuri, intanto, chiarisce perchè Invitalia è meglio di Cdp: è meno adatta ad operazioni “spericolate” per la presenza delle fondazioni bancarie e per la possibilità che Cdp possa essere compresa nel perimetro del debito pubblico. Invitalia, invece, può essere più “paziente” nel far fruttare l’investimento, si cura più della ricaduta positiva sul Paese. Invitalia servirebbe a facilitare l’accesso al credito nel Sud, in un sistema lì polverizzato e lontano dagli adeguamenti tecnologici necessari.
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