“Italia Salva” per noi è diventato più che un semplice motto. Forse un tarlo, una fissazione, o magari un mantra; certo è che nel clima di confusione, di dubbio ed incertezza in cui siamo crollati queste due parole hanno acquistato un valore più elevato.
Mentre la cronaca di questi tempi è costellata di cattive notizie ed ha ormai come indiscussi protagonisti mostri a volte anche lontani e privi di immagine, se non quella del dolore che essi provocano, i quali si presentano con nomi onnipresenti ed oscuri: Mercato, Borsa al tracollo, Banche in sofferenza, Paese in default, Austerità, Spread BTP/Bund, Troika… Linguaggio ermetico, roba astratta e intangibile. Parole buttate al vento, senza seguito e prive, per l’uomo medio, di qualsiasi significato.
Mentre al Paese, in forte recessione economica, si impone una cura di tasse e tagli, che ha come obiettivo il contenimento del debito pubblico ed il cui effetto collaterale è stato un aggravarsi della crisi che continua a gravare sui nostri territori e sulle nostre vite, molte sono state le ricette proposte da politicanti, tecnocrati ed occasionali salvatori della patria per tirarci fuori da questo mare in tempesta; poche però hanno preso corpo e quasi nessuna ha portato benefici.
Noi, in mezzo a tanta improvvisazione ed immobilismo, abbiamo deciso di andare controcorrente. Abbiamo deciso di non aspettare che qualcuno ci risollevi, ma di alzarci da soli. Abbiamo fatto nostre le parole di un grande presidente americano John F. Kennedy: “Non chiedetevi cosa può fare il Vostro Paese per Voi, chiedetevi cosa potete fare Voi per il vostro Paese” le quali hanno ad un tratto rischiarato il cammino da seguire ed hanno reso più vive che mai quelle due semplici parole: “Italia Salva”.
Non possiamo tendere ad un tempo ormai passato. Non è consentito dire che dobbiamo tornare agli anni ’90 o agli anni ’70. Non c’è nulla a cui tornare, semmai un luogo dove andare.
Per raggiungere questo luogo vogliamo rimboccarci le maniche perché le scelte da fare non riguardano solo i governi e la classe dirigente, ma anche la vita quotidiana delle famiglie. La nostra risposta, che crediamo sia la più forte e l’unica possibile, è una riforma dal basso che ciascuno di noi può avviare subito come antidoto alla rassegnazione, al senso di impotenza che spesso si respira nell’attesa sempre delusa di grandi svolte, di catarsi collettive, di rinascite nazionali.
Vogliamo segnalare comportamenti e gesti di ogni giorno che possano incidere direttamente sulla qualità di vita del singolo e di conseguenza sulla virtù dell’intero Paese.
Vogliamo essere quei comportamenti ed invitare ognuno a fare la propria parte come risparmiatore, consumatore, investitore, cittadino, essere umano; non per mero atto filantropico o per sola carità cristiana, ma semplicemente perché conviene.
Vogliamo essere noi lo sviluppo, vogliamo essere il motore e l’energia che lo fa muovere. Non aspettiamo la prosperità, non elemosiniamo il lavoro. Creiamo la prosperità e compiamo lavoro. Attraverso iniziative concrete e creative miriamo ad immaginare e far immaginare un futuro assai diverso dal nostro presente e soprattutto ad iniziare a costruirlo.
Insieme a tutti coloro che non aspettano, che non chiedono, che non si disperano vogliamo percorrere il viaggio verso la nostra “Italia Salva”.